Fatti

Mafia al Nord, inquietante rapporto della Fondazione Caponnetto

A Firenze e nell’hinterland “sono ben presenti sia gruppi riconducibili alle famiglie mafiose siciliane, calabresi e campane che gruppi criminali più o meno organizzata di nazionalità straniera in particolare albanesi, nordafricani e nigeriani-gambiani” mentre sull’asse con Prato la mafia cinese ha clan “forti e radicati”.

Lo afferma un focus dedicato alla città di Firenze nel rapporto dell’osservatorio OmCom della Fondazione Caponnetto sulle mafie e sul loro radicamento nel territorio.

Il Report è stato presentato ieri nei giardini dedicati al giudice Caponnetto, sui lungarni, e rivela, tra l’altro, che “l’area Firenze, Prato e Osmannoro è considerata centrale a livello nazionale per la mafia/criminalità organizzata” cinese e “ultimamente è emerso che per i canali internazionali di riciclaggio si servono pure di un canale comune con i clan calabresi”.

Il rapporto evidenzia varie criticità a Firenze dovute a usura, riciclaggio, intermediazioni e acquisti immobiliari, scommesse, spaccio, anche il fenomeno dei parcheggiatori abusivi.

Nell’ultimo rapporto della Dia, inoltre, veniva evidenziata in tutto il Settentrione d’Italia la cedevolezza di imprenditori e professionisti che dai fenomeni mafiosi traggono profitto.

Secondo il presidente della Fondazione Caponnetto Salvatore Calleri “in un periodo così difficile economicamente, è necessario cambiare registro rapidamente”.

“Bisogna agire – ha detto – prima che i fenomeni criminali avvengano per contenerli e combatterli in modo più efficace. Bisogna quando dei soggetti acquistano dei beni o subentrano in delle attività, domandarsi: chi sono? Cosa fanno? Di chi sono amici? Di chi si circondano? Da dove prendono i soldi? Se le cinque domande non ricevono risposte chiare e adeguate siamo di fronte a un rischio criminale altissimo”.