Un altro caso Enea, il neonato deposto nella “Culla per la vita” del Policlinico nel giorno di Pasqua, scuote l’opinione pubblica italiana. Dopo aver partorito in un capannone abbandonato, una mamma ha portato la sua bimba appena nata all’ospedale Buzzi di Milano e l’ha lasciata lì. Ancora una volta la vicenda in fotocopia capita nella città meneghina, dove mercoledì mattina una donna, senza fissa dimora, si è presentata nella clinica accompagnata dal personale del 118 per dire addio per sempre alla sua creatura. La piccola – che probabilmente sarà data in affidamento prima e poi in adozione – è stata visitata dai medici e sottoposta agli accertamenti di routine. Sta bene.
La madre, italiana ci circa 40 anni, avrebbe partorito in un capannone abbandonato in via Giovanni Barrella nella zona di Quarto Oggiaro. Dopo aver partorito, attorno alle 10, ha chiamato il 118. In suo soccorso sono intervenuti due equipaggi dell’Agenzia regionale emergenza urgenza (Areu) con ambulanza e automedica, che l’hanno trasferita al pronto soccorso del Buzzi. La signora ha chiaramente detto di voler restare nell’anonimato e non ha nemmeno voluto dare un nome alla piccola. La donna, secondo quanto stabilito dalla legge italiana, avrà comunque dieci giorni per ripensare alla sua decisione e qualora volesse potrebbe cambiare idea. All’11esimo giorno però, la bambina diventerà adottabile. Della vicenda sono stati informati procura e carabinieri.