Agrigento

Il Comune di Sciacca contro la violenza delle parole

SCIACCA (AG) – Il Comune ha aderito al Manifesto della comunicazione non ostile. La decisione è stata presa con una delibera della Giunta comunale, che ha sottolineato “l’impegno di responsabilità condivisa per creare una Rete rispettosa e civile che faccia sentire i frequentatori, sempre più numerosi, in un luogo sicuro e inclusivo”. A darne comunicazione sono state il sindaco Francesca Valenti e l’assessore alla Cultura Gisella Mondino.

Si tratta di un progetto sociale di sensibilizzazione contro la violenza delle parole elaborato e proposto dall’associazione Parole ostili di Trieste, cui hanno già aderito tanti Comuni tra cui Milano, Torino, Firenze, Palermo.

L’impegno delle istituzioni è quello di dare attuazione ai principi del manifesto, in tutte le attività e in tutti i canali di comunicazione non solo on-line ma anche off-line e a divulgarne il contenuto nel territorio, consapevoli della necessità di riportare a un uso corretto del significato delle parole. È un’occasione per riflettere sull’utilizzo delle nuove tecnologie, ridefinire lo stile con sui si sta sul web e per responsabilizzare gli utenti a scegliere con cura le parole, partendo dal presupposto che in particolare i social network pur essendo luoghi virtuali non sono un porto franco ma il centro in cui si incontrano persone reali.

Sono dieci i principi del Manifesto delle parole non ostili, frutto di un lavoro di partecipazione collettiva a cui hanno contribuito esperti di comunicazione, di marketing, giornalisti e appassionati della Rete: “Virtuale è reale” (dico e scrivo in rete solo cose che ho il coraggio di dire di persona); “Si è ciò che si comunica” (le parole che scelgo raccontano la persona che sono, mi rappresentano); “Le parole danno forma al pensiero” (mi prendo tutto il tempo necessario a esprimere al meglio quel che penso); “Prima di parlare bisogna ascoltare” (nessuno ha sempre ragione, neanche io, ascolto con onestà e apertura); “Le parole sono un ponte” (scelgo le parole per comprendere, farmi capire, avvicinarmi agli altri); “Le parole hanno conseguenze” (So che ogni mia parola può avere conseguenze, piccole o grandi); “Condividere è una responsabilità” (Condivido testi e immagini solo dopo averli letti, valutati, compresi); “Le idee si possono discutere, le persone si devono rispettare” (non trasformo chi sostiene opinioni che non condivido in un nemico da annientare); “Gli insulti non sono argomenti” (non accetto insulti e aggressività, nemmeno a favore della mia tesi); “Anche il silenzio comunica” (quando la scelta migliore è tacere, taccio).