Ambiente

FOTO | Quel mare “eccellente” e meraviglioso negato ai cittadini, il caso di Messina

Se in tutta la Sicilia è la provincia con la maggior estensione marittima (54 chilometri di costa), Messina è anche la città del mare eccellente negato. Stando ai dati in possesso della European Environment Agency, l’organismo dell’Unione Europea che analizza la conformità degli standard di balneabilità per mari, fiumi e laghi in tutto il continente, la qualità del mare a Messina risulta essere “eccellente”. Ma è altrettanto vero che si tratta di un mare che per larghi tratti è negato alla città.

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Il mare eccellente ma negato di Messina

Da un lato c’entra il tema della balneazione, con 18 chilometri in totale di mare interdetto per via della zona interessata dagli spostamenti marittimi e dalle operazioni portuali e che si estende dalla via Brasile all’area di Maregrosso e dall’approdo di Tremestieri a Larderia. Circa 10 chilometri di costa ai quali si aggiungono altri 6 chilometri tra Larderia e via Tommaso Cannizzaro, che dalla Regione sono stati definiti come “inquinati”. Poi le distanze di circa un centinaio di metri per singolo torrente a fare il resto.

E se “su Maregrosso le statistiche della Regione dovrebbero presto fornire un risultato diverso dal passato”, come conferma ai microfoni del Quotidiano di Sicilia Francesco Caminiti, assessore del Comune di Messina con delega alle Politiche del Mare, ai Beni Demaniali Marittimi e Fluviali e alla Difesa del Suolo, a subentrare è un altro tema: quello dell’accessibilità.

Il problema dell’accessibilità

Quanti dei chilometri di costa che appartengono a Messina sono davvero accessibili? In questo caso, i dati sulla carta sono decisamente diversi. Almeno confrontando sempre quelli in possesso della Regione e quelli ricavati durante una semplice perlustrazione del territorio. Basti pensare che, solo prendendo in considerazione il tratto compreso tra Mortelle e Tono, circa 6 chilometri di costa tirrenica, gli accessi al mare sono soltanto in 3 punti, due dei quali di fatto confinanti tra loro. E non stiamo neppure prendendo in considerazione la zona a Sud della città, di certo quella messa peggio sotto il profilo dell’accessibilità al mare, se si pensa solo all’area dell’ex Sanderson. Ma facciamo un passo indietro.

Il mare “eccellente” di Messina, il nuovo caso

Nelle ultime settimane si è tornati ad affrontare questo tema in consiglio comunale. A finire al centro del dibattito, appunto, proprio il tratto di mare compreso tra Capo Peloro e la zona del Tono. In mezzo c’è Mortelle, storica località balneare che racconta un passato prestigioso di una Messina che nulla avrebbe avuto da invidiare a Rimini e Riccione e che oggi si ritrova per lo più trascurata o abbandonata. Come nel caso del Giardino delle Palme. Qui venivano in vacanza da tutta Italia, ma oggi la struttura cade a pezzi, come mostrano le fotografie.

A breve, dopo l’acquisto da parte della Eluele srl nel 2017 e una serie di impedimenti burocratici che non hanno consentito di metter mano alla struttura, si dovrebbe procedere per riportare il Giardino delle Palme allo splendore di un tempo.

Secondo il consigliere comunale di Fratelli d’Italia Dario Carbone “l’accesso al mare nella zona del Giardino delle Palme deve tornare fruibile nel più breve tempo possibile. Ma è tutta l’area a essere un problema. Del tema, connesso con l’abusivismo edilizio, se ne era occupata anche l’allora assessore della giunta De Luca e oggi senatrice, Dafne Musolino, ma poi non se ne fece più nulla e non so perché. Speriamo che Caminiti possa prendere a cuore l’argomento, ma che ci sia disponibilità al dialogo anche dagli uffici del demanio”.

La questione del ponte sullo Stretto

A entrare a gamba tesa nella vicenda c’è poi anche la questione ponte sullo Stretto. Stando al progetto presentato, buona parte dell’area di Torre Faro diventerà un cantiere a cielo aperto. Nella zona della costruzione del pilone siciliano sono anche previsti due pontili che consentiranno alle navi di caricare e scaricare il materiale necessario. E poi le chiatte in mare in appoggio ai cantieri.

“Sono aspetti che ridurranno ancora di più le zone di balneabilità e interdiranno l’accesso alle spiagge su via Circuito e la zona di Torre Faro – ha dichiarato ai nostri microfoni il portavoce del Comitato no ponte, Daniele Ialacqua, che si è soffermato anche sul tema dell’abusivismo – “La costa tirrenica è meravigliosa ed è assurdo che già a partire da Capo Peloro ci siano intere aree abbandonate o interdette all’accesso pubblico. Non si può pensare di negare il mare ai messinesi”.

Anche Legambiente Messina, in passato, si è occupato del tema, come conferma la sua presidente Cinzia Oliva: “Abbiamo realizzato un report risalente a circa vent’anni fa proprio sulla mancanza di accessibilità alle spiagge pubbliche. Avevamo pensato di riproporne uno aggiornato durante il Covid, ma non credo che la situazione sia molto cambiata se non peggiorata”. A pesare, secondo Oliva, anche il duplice ruolo di Demanio Regionale e Demanio Nazionale: “Rispetto alle verifiche che abbiamo fatto noi, neppure loro erano in grado di stabilire con esattezza quali parti fossero pubbliche e quali invece soggette ad abusivismo. Se il nostro circolo sarà d’accordo, ci impegneremo a inoltrare una richiesta di accesso agli atti per fare chiarezza su questa vicenda”.