Società

Margherita Ferro, doppia preferenza di genere anche all’Ars

L’8 marzo 1909 segna l’inizio di un percorso di riscatto che ha portato la donna a trovare la propria “identità e dignità”; Questa ricorrenza è nata per ricordare le lotte sociali e politiche che le donne hanno dovuto affrontare affinché la loro voce venisse ascoltata.

Quale sia l’avvenimento che ha davvero fondato questa data poco importa.

 Quel che bisogna ricordare è che essere donne non è mai stato facile e  ogni anno, l‘8 marzo, diventata ormai una data simbolo, si impone alla coscienza collettiva   sia per le conquiste sociali, economiche e politiche, sia per il contrasto alle discriminazioni e alle violenze di cui le donne sono state e sono ancora oggetto in quasi tutte le parti del mondo.

E’ questa l’occasione, per organizzare un tavolo di discussione, promosso dalla Consigliera di Parità della Regione Siciliana Margherita Ferro in collaborazione con L’ordine degli avvocati di Gela.

Prendendo in esame i disegni di legge presentati in Assemblea Regionale Siciliana, La Consigliera di Parità, chiederà al Presidente Dell’ARS  on. Gianfranco Miccichè di calendarizzare il Disegno di legge sulla “ Doppia Preferenza di genere”; 

La Sicilia, con i suoi 5.026.989 abitanti, di cui 2.581.646 femmine e 2.445.343 maschi, non può essere l’ultima regione in termini di “democrazia paritaria”, permettendo che ancora prosperi una cultura lontana dagli standard di parità di genere ormai raggiunti in tutta l’Europa.

La nostra terra necessita di un percorso di crescita culturale volto alla maturazione di una reale parità nelle famiglie e nel mondo del lavoro, affinché una nuova democrazia risulti dalla partecipazione a valori condivisi.

L’Assemblea Regionale Siciliana, ha già saggiamente realizzato la norma sulla doppia preferenza di genere nei Comuni siciliani; se questa previsione normativa, che tanto successo ha riscontrato nelle Assemblee comunali, è stata votata da questa Istituzione parlamentare, sia dalle donne, sia dagli uomini di Sicilia, perché non applicarla anche alla massima espressione politica Siciliana, che è l’Assemblea Regionale?

Faremmo volentieri a meno di ottenere per legge ciò che spontaneamente dovrebbe prodursi, ma talora occorre che l’uomo forzi la mano per sanare fratture che non si rinsaldano.

Siamo consapevoli che nessuna legge potrà mai sostituirsi alla cultura dominante, ma è vero altresì che buone leggi possono indirizzare nuovi comportamenti, e che questi alla lunga possono divenire nuova cultura.

Questa nuova cultura dipenderà non dal fato, ma dalle scelte delle Istituzioni politiche da Voi rappresentate.

                Non lasciamo che l’Unione Europea imputi alla Sicilia l’arretratezza su quelle questioni di parità che tanto rilevano da costituire capitolo apposito negli obiettivi del Next Generation EU.

                 La parità di genere è inserita, infatti, tra le priorità del Piano per la ripresa, e difficilmente potremo pretendere di partecipare a pieno titolo agli stimoli economici ivi compresi se resteremo inerti di fronte a quelle stesse discriminazioni per il cui superamento l’Europa investe e ci sollecita.

L’ art.15 del D.Lgs. 11 aprile 2006, n.198,  delinea le funzioni delle Consigliere di Parità attribuendo loro i compiti di rilevare le situazioni di squilibrio di genere, di svolgere e divulgare funzioni promozionali e di garanzia contro le discriminazioni di genere, di promuovere azioni in linea con gli indirizzi dell’Unione Europea, e di collaborare a tal fine con gli organi competenti sul territorio.

La Sicilia ha fatto la storia dei diritti, ma la Trinacria non può sventolare soltanto su quelli già acquisiti, né l’autonomia di cui gode la nostra Regione, deve costituire un freno per l’affermazione di alcuni principi, senza i quali assistiamo ad uno squilibrio rispetto alla rappresentanza di genere, non trovando piena applicazione degli artt. 3 e 51 della Costituzione, al fine di per garantire condizioni di uguaglianza e pari opportunità in tutte le cariche pubbliche e dove si decide.

Oggi, con piena consapevolezza non possiamo più affermare che “non ci sono donne competenti per quel ruolo”,  perché le donne ci sono e vogliono essere ascoltate, vogliono essere protagoniste del cambiamento per costruire una società migliore, senza prevaricazione e con il rispetto delle reciproche diversità.

 Bisogna superare le zavorre che frenano il nostro sistema economico e sociale: le disuguaglianze.

Prima tra tutte quella tra donne e uomini. Senza questo passaggio, anche gli investimenti pubblici e quelli che verranno dall’Unione europea, in tutti i settori, non potranno ottenere i risultati sperati e accelerare la ripresa e il rilancio del Paese. 

L’Italia non può lasciare indietro più della metà della popolazione senza pagare un prezzo e le donne non possono continuare a reggere da sole il peso del welfare.

Noi crediamo che sia venuto il momento di puntare sul lavoro delle donne come decisivo fattore di crescita.  La capacità di ripresa  sarà legata a un ripensamento dei modelli di sviluppo e consumo.

 Il futuro con la pandemia, ci è arrivato in casa con violenza, facendo emergere tutti i limiti degli attuali modelli produttivi e stili di vita.

Ora è il tempo di agire.

E’ evidente che bisognerà investire sul servizio sanitario e sul welfare, ma anche sul superamento del digital divide e sulle tecnologie, sulla green economy, sulla qualità della vita nella città, sulla mobilità sostenibile. Le cifre che arriveranno  grazie all’Ue, sul sistema produttivo, sulle infrastrutture anche tecnologiche, sui servizi, sulla scuola, sulle famiglie, sui cittadini non avranno eguali nella storia più recente del nostro Paese. Per farlo in modo efficiente, la priorità deve essere puntare ad una società più equa, inclusiva, sostenibile, in cui la persona sia al centro e donne e uomini abbiano finalmente pari opportunità e pari diritti.

Il punto di partenza non può che essere il lavoro, che rende le donne più autonome e libere dal potere e dalla violenza maschile.

Il Convegno sarà introdotto dall’intervento della prof.ssa Ida Nicotra Ordinario di diritto Costituzionale presso dell’Università di Catania;

Il dibattito vedra le autorevoli opinioni  degli: on. Marianna Caronia, on. Ternullo, on.Giuseppe Lupo, on. Claudio Fava, deputati che hanno prentato tre diversi disegni di legge sulla doppia preferenza di genere;  L‘on. Giusy Savarino, on.Salvatore Lentini, on.Eleonora Lo Curto, on. Nicola D’Agostino, on. Valentina Palmeri, on. Vincenzo Figuccia,la gia on. Concetta Raia  saranno partecipi della tavola rotonda sulla questione; Il loro Onorevole contributo, sarà importante  per condividere un percorso verso una Democrazia Paritaria Compiuta.

 La Sicilia ha fatto la storia dei diritti, ma la Trinacria non può sventolare soltanto su quelli già acquisiti, né l’autonomia di cui gode la nostra Regione, deve costituire un freno per l’affermazione di alcuni principi, senza i quali assistiamo ad uno squilibrio rispetto alla rappresentanza di genere, non trovando piena applicazione degli artt. 3 e 51 della Costituzione, al fine di per garantire condizioni di uguaglianza e pari opportunità in tutte le cariche pubbliche e dove si decide.

 Un ringraziamento da parte della Consigliera regionale di Parità Margherita Ferro, và  alla Presidente dell’Ordine degli Avvocati di Gela l’avvocata Maria Giordano, alla Presidente CPO ordine degli Avvocati di Gela Avvocata Giusy Musciarelli e alla Presidente della RETE CPO Sicilia Avv. Macaluso.  Per il loro contributo, a sostegno della doppia preferenza di genere;  un principio che è a fondamento del diritto Antidisacriminatorio;

Prof.ssa Margherita Ferro

Consigliera Regionale di Parità Regione Siciliana