ROMA – “Lo sviluppo della Repubblica ha bisogno del rilancio del Mezzogiorno”. Sono le parole pronunciate soltanto pochi mesi fa dal Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, il quale ha sottolineato come lasciar avanzare le varie parti del Paese a velocità differenti sia estremamente pericolosa per il futuro di tutti.
“Una separazione delle strade tra territori del Nord e territori del Meridione – ha aggiunto il Capo dello Stato – recherebbe gravi danni agli uni e agli altri”. Al contrario, “una crescita equilibrata e di qualità del Sud d’Italia” garantirebbe “grande beneficio all’intero territorio nazionale”.
L’unità d’Italia, dunque, va conquistata nei fatti e non soltanto a parole. Perché finora, quando il tema è stato quello dello sviluppo del Mezzogiorno, soltanto con le parole abbiamo avuto a che fare. Di fatti, negli ultimi decenni, se ne sono visti davvero pochi.
A questo punto potrebbe sorgere spontanea un’obiezione, legata in particolare ai numeri del Mezzogiorno che, secondo le più recenti stime, sarebbero migliori di quelli del resto del Paese. Ma, come abbiamo scritto più volte, non è tutto oro quel che luccica.
La prima considerazione da fare è quella legata al prossimo ritorno a una deludente normalità, fatta da una crescita più stentata al Sud rispetto al resto del Paese. Nel 2025, secondo le stime della Svimez (Associazione per lo sviluppo dell’industria del…