Sono ben 32 gli indagati nella nuova inchiesta Oikos sul traffico di rifiuti in Sicilia. Tra i nomi noti ci sono anche quello dell’ex sindaco di Palermo, nonché candidato alle prossime elezioni europee, Leoluca Orlando, e Salvatore Cocina, l’attuale capo della Protezione civile regionale
Gli indagati sono accusati a vario titolo di traffico di rifiuti e violazioni delle leggi in materia ambientale.
La Procura della Repubblica di Catania ha emesso un avviso di conclusione indagini e uno di garanzia contemporaneo nei confronti di 32 persone nell’ambito di un’inchiesta sui siti di discarica di Valanghe d’Inverno e Tiritì.
A figurare tra gli indagati della nuova inchiesta Oikos sono: Marcella Belfiore, Vincenzo Bonanno, Raimondo Burgio, Clarissa Calì, Gianfranco Cannova, Maurizio Cassarino, Giusto Catania, Salvatore Cocina, Francesco Fiorino, Pasquale Fradella, Sergio Gelardi, Gianfranco Grasso, Pasquale Roberto Li Causi, Giuseppe Lo Cicero, Francesco Lombardo, Sergio Marino, Giuseppe Norata, Leoluca Orlando, Nunzia Pappalardo, Maurizio Pirillo, Domenico Proto, Orazio Proto, Veronica Puglisi, Giuseppe Puleo, Antonino Putrone, Antonino Rotella, Vincenzo Sansone, Stefano Scammacca, Massimiliano Severino, Salvatore Maria Domenico Sudano, Riccardo Tenti, Natale Zuccarello.
Poche ore dopo la diffusione delle prime notizie sulla nuova inchiesta Oikos, gli indagati iniziano a reagire alle accuse mosse nei loro confronti. L’ex sindaco e attuale candidato alle elezioni europee Leoluca Orlando rilascia questa dichiarazione: “Sarà mio dovere chiarire, avendo piena fiducia nella magistratura, la legittimità della attività da me svolta come Sindaco che ha dovuto fronteggiare una emergenza determinata da assenza di piano regionale dei rifiuti e di impiantistica pubblica e nello specifico dai ritardi da parte della regione di realizzazione di vasca di sua competenza a Bellolampo nonostante diffide e sollecitazioni da parte della Amministrazione Comunale”.
Si dice tranquillo anche Cocina, che commenta: “Sono sereno, i miei avvocati devono ancora fare i rilievi per capire bene i capi di imputazione, che per quanto riguarda me non si sono ancora capiti. Sono fiducioso”.
Al centro dell’inchiesta Oikos ci sono Orazio e Domenico Proto della Oikos Spa, nonché numerosi tecnici e amministrativi della società. L’indagine ruota attorno agli illeciti presumibilmente commessi tanto in fase di autorizzazione che di gestione delle discariche di Motta Sant’Anastasia e su presunti comportamenti omissivi e dolosi che avrebbero causato danni ambientali nei siti di discarica di Valanghe d’Inverno e Tiritì.