Cronaca

Medico morto sull’A20 colpito da tronco, CAS: “Al lavoro per sicurezza, ma servono soldi e tempo”

Si torna a parlare delle condizioni di strade e autostrade siciliane dopo la morte del medico 43enne Francesco Maniaci, originario di Sant’Agata di Militello (Messina). L’uomo ha perso la vita lunedì 9 ottobre dopo essersi schiantato contro il tronco di un albero precipitato sulla carreggiata dell’autostrada A20 Messina-Palermo, nel tratto compreso tra gli svincoli di Buonfornello e Cefalù mentre stava andando a lavoro.

La Procura della Repubblica di Termini Imerese ha aperto le indagini per accertare eventuali responsabilità o meno riguarda la manutenzione degli alberi presenti a ridosso dell’autostrada. A tal proposito, il deputato regionale di Sud chiama Nord, Ismaele La Vardera, ha presentato un’interrogazione all’Ars per verificare se vi siano state delle inadempienze, mentre il Codacons ha annunciato un esposto in Procura.

“L’albero si è spezzato da solo”

Il direttore generale del CAS, Dario Costantino, intervenuto al QdS.it, ha spiegato come l’ente gestore dell’arteria autostradale abbia posto attenzione alla questione. Gli interventi per la rimozione degli alberi in zona sono sarebbero stati immediati e, attualmente, si starebbe lavorando su tutte e tre le autostrade in gestione.

L’albero si è spezzato da solo, forse per un danneggiamento del tronco, e non c’erano condizioni di vento avverse. Questo verrà appurato dalla consulenza che sta facendo la magistratura”, ha commentato Costantino.

“Possiamo solo eliminare alberi vicino autostrada”

“Non c’è la possibilità di verificare se ci fossero problemi di stabilità. Per evitare che una cosa del genere possa ripetersi, sulla base di indicazioni dateci da un agronomo incaricato e tramite una ditta, abbiamo provveduto ad abbattere una dozzina di alberi che si trovavano nelle vicinanze del luogo dell’accaduto. Vediamo cosa diranno le indagini, ma non possiamo analizzare ogni albero. L’unica cosa che possiamo fare è eliminare questi pini marittimi e non possiamo effettuare nemmeno indagini sul tronco”.

Servono soldi per lavorare bene

“Noi dobbiamo tenere l’autostrada aperta – continua Costantino – perché non ci sono strade alternative, nel frattempo dobbiamo fare tutti i lavori per renderla sicura. Non disponiamo dei miliardi di euro che servirebbero per sistemare tutto bene. Stiamo lavorando con forza con tre imprese per le tre autostrade che gestiamo, con cinque squadre impegnate contemporaneamente su tutta la tratta. Bisogna dare tempo, perché c’è stato un ritardo nell’aggiudicazione dei lavori per via di contenziosi”.

“Entro la fine dell’anno saranno ripulite tutte le scarpate fino al nostro limite di proprietà. Solo per l’A20 ci vogliono circa tre milioni all’anno, due per l’A18 Messina-Catania e circa 800mila euro per la Siracusa-Gela. Sotto questa vegetazione tagliata si scoprono discariche abusive. Una cosa vergognosa, perché la gente scarica il materiale attraverso le stradine con i camion. Tutto questo ci comporta ulteriori spese”, conclude Costantino”.