Lavoro

Meno lavoratori parasubordinati in Sicilia ma crescono i redditi

Cambiano le proporzioni nel mondo del lavoro siciliano dei lavoratori parasubordinati. Cambiamenti che non diventano rilevanti di anno in anno, ma che acquisiscono forma e spessore se solo si guarda in una prospettiva di medio periodo: in 5 anni, secondo i dati raccolti ed elaborati dall’Inps, dal 2015 al 2020 i collaboratori in Sicilia sono diminuiti di ben 9.752 unità, per un valore percentuale del -18,7%, mentre i professionisti sono aumentati di 5.706 unità, per un aumento in percentuale del 49,6%.

In totale sono 4.046 i lavoratori “persi”, un taglio che però non ha inciso su quelle che sono le entrate economiche della categoria, anzi. I redditi totali, infatti, sono cresciuti di poco meno di 46 milioni di euro, passando da quasi 734 milioni a circa 781 annui.

Se si vanno a guardare i dati in termini percentuali, l’aumento si attesta sul 6,2%, con una perdita in termini pecuniari, nella categoria dei collaboratori, dell’1,1%, e un maggior guadagno, tra i professionisti, del 39%.

Sul processo non sembra aver inciso in particolar modo la pandemia: anche tra il 2019 e il 2020 il fenomeno ha mantenuto il suo andamento: i collaboratori sono diminuiti di 344 unità, mentre i professionisti sono aumentati di 1.248.

Anche dal punto di vista economico, nell’anno del lockdown e dell’emergenza sanitaria è stato registrato un aumento delle entrate di circa 21 milioni di euro. In Italia, secondo l’osservatorio sui lavoratori parasubordinati, i professionisti e collaboratori iscritti alla gestione separata aggiornata dall’Inps, il numero totale di lavoratori parasubordinati contribuenti (professionisti più collaboratori) è passato da 1.434.856 del 2015 a 1.351.081 nel 2020.

Dai dati si nota una riduzione dei collaboratori dal 2015 al 2016 (-17,4%), una stabilizzazione nel 2017 (+0,1%), un incremento tra il 2017 e il 2018 (+2,4%), una lieve crescita tra il 2018 e il 2019 (+0,8%) e di nuovo una riduzione tra il 2019 e il 2020 (-1,7%).

I professionisti, al contrario, registrano una crescita dal 2015 al 2020 pari al 29,6%.

Insomma, la Sicilia si pone sostanzialmente sui dati medi della penisola, sia in termini numerici che economici. Dal punto di vista geografico, infatti, tra il 2015 e il 2020 la diminuzione rispetto alle tre grandi macroaree è la seguente: -5,6% al Nord, -7,5% al Centro, -4,3% al Sud. Tali variazioni sono dovute sia alle dinamiche del mercato del lavoro sia a interventi del legislatore. Innanzitutto, la riforma Fornero (legge 92/2012), che ha introdotto restrizioni sulle collaborazioni coordinate e continuative.

A seguire, il Jobs Act (dl 81/2015), che ha limitato, nel settore privato, l’utilizzo delle collaborazioni dette “a progetto”, lasciando sopravvivere le collaborazioni coordinate e continuative solo in ambito pubblico. Un effetto sugli andamenti del numero di collaboratori e professionisti, inoltre, è dovuto anche alle continue variazioni delle aliquote di contribuzione.

Se si guarda ai dati dl punto di vista del genere, la quota di donne è diminuita nella tipologia dei collaboratori, mentre è aumentata in quella dei professionisti: nel 2015 erano il 39,1% tra i collaboratori e il 41,9% tra i professionisti; nel 2020 tali valori sono rispettivamente 36,8% e 45,3%.

Per quanto riguarda l’età, nel periodo 2015–2020 il dato aggregato dei collaboratori e professionisti rileva che sono diminuiti del 14,1% gli under 30, del 5,9% i lavoratori tra i 30 e i 59 anni, mentre per quelli da 60 in poi si è avuta una lieve crescita (+2,4%).

Michele Giuliano