PALERMO – È nato il mercato dell’usato e del libero scambio dell’Albergheria. Il Comune ha affidato all’associazione di mercatari “Sbaratto” le aree autorizzate per l’installazione delle bancarelle.
Si avvia così a compimento un percorso iniziato nel 2015 per mettere a norma un mercatino che per anni ha letteralmente infestato il quartiere (e in particolare l’area di piazza Napoleone Colajanni) con la vendita indiscriminata e incontrollata – spesso direttamente per terra, sulla strada e sui marciapiedi – di merce di qualsiasi tipo, non sempre legale o comunque di dubbia provenienza. Non sono mancate negli anni le operazioni congiunte di forze dell’ordine e Polizia Municipale con multe e sequestri di merce e perfino animali, per non parlare delle cataste di rifiuti abbandonate ad ogni angolo che la Rap era costretta a rimuovere con tir e pale meccaniche.
Da qualche anno, però, grazie al sostegno della parrocchia, delle associazioni di quartiere, dell’università e della Prima Circoscrizione, i mercatari hanno iniziato un percorso di collaborazione e “messa in regola” con il Comune che ha portato alla nascita della “Sbaratto” e all’adesione di circa 120 venditori. Il mercato partirà in via sperimentale “per i prossimi sei mesi anche in considerazione della permanente emergenza sanitaria legata al Covid-19 e per questo sono state anche individuate le necessarie regole di svolgimento dell’attività in materia sanitaria”, sottolineano da Palazzo delle Aquile.
Sarà attivo dal martedì alla domenica, dalle 7.30 alle 14.30 tra piazza Colajanni, via Michele del Giudice, via Corrado Avolio, piazza Ritiro di San Pietro, via San Francesco Saverio e piazza San Pasquale. “Un lungo percorso frutto di coinvolgimento e condivisione tra diversi soggetti e cittadini che vivono e operano nel quartiere – ha detto il sindaco Leoluca Orlando -. Un modello decisionale innovativo che finalmente trova uno sbocco operativo che speriamo dia i frutti auspicati, soprattutto per quanto riguarda il decoro dell’area, per la sua vivibilità, per il ripristino di condizioni di legalità e di emersione dalla marginalità sociale di molti dei soggetti coinvolti”.
“La firma di questo atto sancisce la regolarizzazione sperimentale del mercato dell’usato dopo anni in cui si è ampliato in maniera incontrollata per le vie del quartiere – ha aggiunto il presidente della Prima Circoscrizione, Massimo Castiglia -. In un periodo storico in cui si parla tanto di economia circolare, il processo di rigenerazione partecipativa avviato dall’Amministrazione comunale, in collaborazione con le realtà operanti all’Albergheria e con l’università degli Studi di Palermo, punta a favorire un’economia circolare e sostenibile e dedica una particolare attenzione all’emersione dei soggetti in difficoltà. È questo il valore aggiunto del processo in corso”.
“All’interno del nuovo mercato – spiega il Comune in una nota – possono essere posti in vendita e scambiati oggetti ed effetti usati, arredi, piccoli elettrodomestici propri o donati da terzi in seguito ad operazioni di sgombero o pulizia di locali, abitazioni, cantine, eccetera o abbandonati di modico valore altrimenti destinati alla dismissione o allo smaltimento. Gli oggetti trattati dovranno, quindi, avere la caratteristica di essere usati e dunque sarà vietato la vendita di generi alimentari (anche confezionati) e bevande; animali vivi (ad esempio volatili, esotici, di compagnia, di fattoria); qualunque genere di arma, qualsiasi genere di merce contraffatta e di provenienza illecita”.
“Obiettivo del mercato – continua la nota – e della sua nuova organizzazione sarà anche fornire una risposta concreta alla condizione di estrema povertà dei soggetti coinvolti nel mercato, garantendo ai venditori per bisogno l’opportunità di avere riconosciuta la loro attività in termini di lavoro, valorizzare le competenze degli stessi venditori in progetti lavorativi e supportare l’organizzazione di attività collaterali di animazione territoriale, culturale e sociale. Nella gestione del mercato, l’associazione Sbaratto dovrà anche adottare iniziative tese al riutilizzo dei prodotti in un’ottica di prevenzione del rifiuto”.