MESSINA – Condotte idriche su cui si deve intervenire a ogni acquazzone, rete fognaria spesso in tilt, acqua che non arriva limpida nei rubinetti delle case.
Non è uno scenario superato, basti pensare alle conseguenze dell’ultimo temporale e ai problemi di alcuni condomini della zona Sud, che qualche settimana fa hanno dovuto sospendere l’uso dell’acqua erogata dal Comune perché giallastra. Mettere una pezza su tutte le falle del sistema non basta più: occorrono interventi strutturali, quindi ingenti investimenti. Il Pot predisposto dall’Amam prevede un impegno di 140 milioni di euro di cui 53 nel settore idrico, 42 per la nuova rete di distribuzione e oltre 70 per la rete fognaria e la depurazione, insieme agli interventi sui torrenti.
La richiesta del finanziamento del Piano operativo è stata depositata al ministero dell’Ambiente lo scorso gennaio con allegati gli elaborati per la sostituzione delle reti idriche e fognarie e l’adeguamento degli impianti di depurazione. Amam ha conferito gli incarichi per le progettazioni esecutive. Ma fino a quando non ci sarà un gestore unico del servizio idrico integrato nella provincia di Messina quelle somme resteranno a Roma. Intanto, l’Ati è commissariata da febbraio e ancora priva di un Piano d’ambito che il commissario Mauro Scimonelli doveva redigere entro luglio. “La risposta – ha detto il presidente di Amam, Salvo Puccio – è stata categorica: senza l’affidamento i fondi resteranno bloccati, tranne quelli delle procedure d’infrazione per i depuratori che sono già assegnati. Questo vale anche per i Fondi europei, ma noi nel frattempo abbiamo fatto i progetti; quello relativo alla rete idrica, 80 milioni dei 140 e si potrebbe andare a un appalto integrato. Stiamo portando tutti i progetti alla fase esecutiva così da essere pronti una volta usciti dall’empasse in cui si trova l’Ati. Ci sono comunque i 20 milioni dei fondi Poc per la rete idrica che la Regione deve dare al Comune come ha stabilito una sentenza anche se inizialmente impugnati”.
L’Ati è stato commissariato per la mancata redazione del Piano d’ambito. Un adempimento che deve precedere l’individuazione del gestore unico che dovrebbe essere Amam, il cui iter però è ancora fermo. “Messina – ha affermato Puccio – ha presentato il suo Piano d’ambito da 140 milioni al ministero, che non sarà finanziato secondo una precisa direttiva europea che impone l’assegnazione dei fondi, nazionali ed europei, per reti idriche, direttamente al gestore unico. Il ministero ha anche ribadito la sanzione che potrebbe avere la Regione Sicilia se non affiderà il servizio idrico integrato e il danno alla Corte dei Conti”.
I problemi agli impianti fognari, invece, da cosa dipendono? “Le acque che escono dai nostri serbatoi sono analizzate e clorate, poi c’è l’Arpa che fa altri controlli e segnala subito se ci sono anomalie. A volte i problemi sono nelle cisterne dei condomini oppure si verificano dopo qualche temporale: abbiamo molti pozzi che sono lungo i torrenti, può essere che qualche rivolo d’acqua torbida non inquinata entri e venga pompata direttamente in qualche vasca condominiale”.
Poi, sugli allacci fognari abusivi e quanti ne sono emersi dopo l’ordinanza di un anno fa, Puccio ha spiegato che questa “era diretta a sensibilizzare chi conoscesse la propria situazione e la volesse regolarizzare, ma in realtà l’atto amministrativo ha una sua valenza nel momento in cui l’Amam interviene per eliminare l’allaccio abusivo e poi rivalersi con le spese sul privato. Non ci sono state segnalazioni, quello che abbiamo fatto è verificare dentro i torrenti quali scarichi di acque bianche contengono reflui, ne sono stati censiti una serie e comunicati al Comune e le acque le abbiamo immesse in fognatura in modo che non ci siano sversamenti inquinanti in mare. Siamo intervenuti su Giostra, San Licandro, Annunziata e da domani su Gazzi. Su uno scarico ci possono essere più allacci e lì si deve fare un’operazione certosina per risalire alle abitazioni ed è la polizia municipale, gli uffici comunali che devono fare i controlli”.