MESSINA – Trasporto pubblico rafforzato per la Fase 2, ma i messinesi hanno preferito, in questi primi giorni di parziale allentamento delle restrizioni legate al Coronavirus, spostarsi in auto. È quindi tornato in centro città il traffico e si sono riviste persino le doppie file. Eppure Atm ha preparato con attenzione questo riavvio del servizio, anche se limitato, prevedendo una rimodulazione del programma di esercizio, comunque in via sperimentale per dieci giorni, per capire quale sarà l’effettiva domanda di mobilità in questa fase.
Saranno quindi necessari correttivi nelle prossime settimane, tarati sui flussi e le esigenze dell’utenza, ma sarà necessario anche tornare a promuovere l’uso di bus e tram, cercando di recuperare almeno parte degli abbonamenti del passato. C’è però in questo momento diffidenza e timore tra i messinesi a usare i mezzi pubblici e servirà ancora qualche tempo, forse, perché vengano percepiti come sicuri e convenienti rispetto al mezzo privato.
Poi ci sono le restrizioni che frenano. Per verificare il rispetto delle misure di sicurezza, a terra e a bordo dei mezzi, l’azienda ha attivato un apposito servizio di assistenza con l’impiego anche di personale della Ztl e di addetti alla verifica dei titoli di viaggio. È prevista una presenza massima di passeggeri del 30/40 percento rispetto ai posti effettivi. È stato inoltre potenziato il numero di vetture della Linea Shuttle che passano da sei a nove, per garantire una frequenza di venti minuti. In maniera ridotta, lunedì ha ripreso anche la Metroferrovia Messina-Giampilieri con tre corse giornaliere andata e ritorno concentrate nella fascia oraria mattutina.
“Oggi più che mai – ha dichiarato Giovanni Giordano responsabile settore mobilità della Uiltrasporti Messina – rappresenta un’opportunità da sempre poco sfruttata dai cittadini messinesi, ma che proprio in questa seconda fase di emergenza Covid-19 deve costituire un’alternativa per la mobilità cittadina della zona Sud. Invitiamo l’Amministrazione comunale a studiare opportune sinergie con l’Atm, che dovrà affrontare sul trasporto urbano cittadino notevoli difficoltà per gestire con i mezzi e gli uomini a disposizione la fase di ripresa del servizio legata ai vincoli di distanziamento e sicurezza che le normative impongono a tutela dei lavoratori e dell’utenza”.
“È indubbio – ha concluso Giordano – che l’obbligo di ridurre al 40% massima la capienza di bus e tram per un periodo non certo breve impone un’attenta riflessione su tutto il sistema di mobilità cittadino che non ha a nostro avviso, a oggi, mezzi e uomini sufficienti e pertanto sarebbe quanto mai necessario in questa fase riprendere il dialogo con la Regione Sicilia perché solo l’incremento dei treni di metroferrovia, unito a una campagna informativa all’utenza, possono essere un tassello fondamentale per superare le criticità a cui andremo incontro nei prossimi mesi”.
Si parla di un modello integrato modale e di servizi collaterali alla mobilità, come sosta e parking, car-sharing, bikesharing. L’infrastruttura finora è stata sostanzialmente fuori dal sistema di mobilità e la situazione è diventata ancora più sconfortante nel 2019, dopo la sottrazione di circa 60 mila km all’anno, con soli 14 treni rimasti in servizio rispetto ai 28 inizialmente previsti nell’accordo fra Trenitalia e Regione. Quel contratto sembra essere stato disatteso in più parti dal gruppo Ferrovie, tanto che la Regione ha applicato penali a Trenitalia per inadempienze per oltre un milione di euro.
L’ultimo capitolo della vicenda è l’approvazione a ottobre all’Ars di un Odg in cui si sollecita il Governo “a destinare alla realizzazione di un piano di intermodalità e di integrazione tariffaria tra i servizi Atm e quelli della Metroferrovia, le somme ricavate dalle penali applicate alle aziende del Gruppo Fs, in seguito ad inadempienze relative a quanto stabilito dal contratto di servizio 2017-2026”.