MESSINA – Ci sono le misure già sperimentate a marzo e se ne aggiungono altre dettate dagli effetti delle nuove restrizioni. Il sindaco Cateno De Luca ha ripreso le sue dirette su social e tv locali, dove aggiorna settimanalmente sulla situazione sanitaria e sugli strumenti che il Comune utilizzerà per affrontare questa nuova fase della pandemia, che vede interi settori messi in ginocchio.
Il commercio e in particolare bar e ristoranti sembrano i più penalizzati in questa fase e da qui scaturiscono alcuni provvedimenti, non esenti da riflessioni critiche. Per tutto il 2020 sono previste esenzioni dal pagamento delle bollette Amam, Cosap e Tari per le categorie commerciali e per le imprese di pubblico esercizio danneggiate, direttamente e indirettamente, dagli ultimi Dpcm. Un beneficio indiretto dovrebbe venire dalla sospensione fino al 31 dicembre del pagamento del gratta e sosta in tutte le Ztl. Una misura questa che ha sollevato perplessità.
“Esprimiamo forte preoccupazione per i bilanci di Atm Spa – commentano Carmelo Garufi e Michele Barresi, segretari di Filt Cgil e UIltrasporti – già fortemente provati in questi mesi da cali di flusso e da un depotenziamento già in atto del settore Ztl. Lo stesso sindaco indica in 480 mila euro la perdita preventivata nelle casse comunali e di Atm, ma temiamo che il conto possa essere ben più alto. Forti sono i timori per quella che oggi è una società per azioni con precisi obblighi di bilancio da rispettare. Dai piani aziendali del Salva Messina era stata prevista una riduzione di ausiliari al traffico soltanto quando sarebbe subentrata l’automazione del controllo e pagamento della sosta nelle zone blu del centro, ma senza alcuna innovazione tecnologica non si è esitato a ridurre il numero degli operatori. Esentare nuovamente dal pagamento la Ztl, potrebbe essere il colpo di grazia per questo settore e per le casse aziendali e preludio per scelte obbligate di esternalizzazione delle attività”.
“Rispettiamo le scelte del sindaco – hanno concluso i sindacalisti – se d’aiuto all’economia cittadina, ma se si è voluta una società per azioni a gestire il trasporto pubblico occorre che alle stesse scelte corrispondano necessarie garanzie per la sostenibilità dei bilanci di Atm con dovuti correttivi nel contratto di servizio”.
È allo studio degli uffici comunali una seconda family card con cui insieme ai beni alimentari di prima necessità si potranno avere buoni per acquistare pasti preparati da asporto in bar e ristoranti convenzionati. Sono stati individuati, con una nuova possibile rimodulazione del Pon Metro, i primi quattro milioni e duecentomila euro da impiegare. Nel frattempo, però, ci sono esercenti che aspettano ancora i rimborsi della prima family card. Non lo ha nascosto nei gironi scorsi neppure il sindaco, che ha dichiarato di avere disposto un’accelerazione dei pagamenti.
Nella relazione fatta da Francesco De Francesco, dirigente del Dipartimento dei Servizi sociali, si evidenzia come con le misure di sostegno economico della scorsa primavera, “sono state raggiunte 11.433 famiglie per un importo già liquidato di € 7.383.951,86 con una percentuale pari al 76,40% sul totale di € 8.008.219,79”. La responsabilità de ritardi, secondo De Francesco (che parla di 450 posizioni a favore degli esercenti che hanno accettato la family card liquidate dal 29 aprile al 9 ottobre, di cui 423 approvate e 33 in redazione), sarebbe degli stessi esercenti. I mandati, infatti, vengono evasi in ordine cronologico, ma spesso gli esercenti hanno trasmesso rendicontazioni non mensili, come da prassi, ma per periodi non definiti e quindi è stato necessario un controllo ulteriore per evitare sovrapposizioni di voucher e rimborsi non dovuti. Neppure il Comune è stato comunque tempestivo se su 6.221 domande quelle evase sarebbero state 4.697 con una determina di liquidazione al mese a partire dal 26 giugno.