MESSINA – “Non un ritardo ma una necessità per garantire l’efficacia del Piano di Riequilibrio”. Così Salvo Puccio, direttore generale del Comune di Messina, sulla mancata approvazione del Bilancio consuntivo 2023 entro i termini previsti del 30 aprile e il conseguente invio del commissario ad acta. Mario Teresi, nominato dall’assessore regionale alle Autonomie locali, Andrea Messina, verificherà lo stato del procedimento e predisporrà gli atti necessari all’approvazione coi poteri della Giunta, per poi trasmettere il documento al consiglio comunale, che dovrà approvarlo entro trenta giorni.
Qualche critica all’operato del sindaco è venuta dalle opposizioni, ma la più intransigente è stata Dafne Musolino senatrice eletta con la lista di Cateno De Luca poi passata ad Italia Viva, ed ex componente della Giunta quando sindaco era il leader di Sud chiama nord, che parla di bocciatura del sindaco Federico Basile, con delega alle politiche finanziarie, “alla prima verifica”, di gestione amministrativa tutt’altro che virtuosa sottolineando come il commissariamento sia di per sé una nota di demerito. Musolino ha aperto un contradditorio a distanza sui social con Basile che ha risposto, sempre sui social, sottolineando che il commissariamento non vuol dire che Messina non ha i conti in ordine.
“Si tratta di un atto amministrativo dovuto – ha detto – che non ha nulla a che vedere con il risanamento dei conti che dal 2018 è partito e che stiamo portando avanti. Nel 2018 De Luca ha aperto una nuova strada, nel 2023 la Corte dei conti ha sancito che i conti del comune di Messina sono in regola, abbiamo evitato il fallimento e stiamo pagando oltre trent’anni di debiti che chiaramente sono assorbiti nei documenti contabili che stiamo predisponendo”.
Ma perché il Consuntivo non è stato approvato nei tempi previsti, visto anche quanto ci tenesse negli anni passati l’ex sindaco De Luca a presentare per primo rispetto agli altri comuni, rendiconti e previsionali? Lo spiega al QdS lo stesso Salvo Puccio.
“Il Comune ha un Piano di Riequilibrio per il primo anno monitorato dalla Corte dei Conti, questo significa che per approvare un rendiconto dobbiamo utilizzare fino all’ultimo euro disponibile per metterlo nel contenzioso e liquidare tutte le transazioni che abbiamo per rispettare il Piano di rientro. Questa azione determina un rallentamento per cui ben venga un commissario che ci permette di fare verificare che stiamo rispettando il Piano di monitoraggio della Corte dei Conti al centesimo. Il ritardo del consuntivo è dettato dalla necessità di andare a chiudere, si chiama riaccertamento straordinario dei residui, tutte quelle somme che l’anno prima non sono state spese perché impegnate ma non hanno prodotto un effetto e che risultano utili per fare altro, quindi per svincolarle si deve verificare tutta una serie di elementi, ogni voce di tutti i capitoli degli anni precedenti, si può fare velocemente ma per recuperare tutte le risorse possibili si deve ragionare con più puntualità e si perde più tempo”.
La mancanza del consuntivo è stata da qualcuno ritenuta la causa del rinvio delle assunzioni degli altri 170 vincitori di concorso (una parte sono statti assunti a marzo). “I concorsi li abbiamo avviati al 31 dicembre 2022 con la pubblicazione dei bandi e la Cosfel ci ha ogni anno autorizzato e se lo avessimo chiesto avrebbero autorizzato anche adesso. È vero che se non c’è approvato il consuntivo non si può assumere in ordinario ma in questo momento dal punto di vista organizzativo non siamo pronti per assumere gli altri quindi è un problema che non ci siamo posti, entro dicembre comunque entreranno in servizio che in sostanza sono 120 perché 50 ci sono già”.
“Se io fossi senza personale chiederei e la Cosfel mi autorizzerebbe. Un concorso con 341 persone si è chiuso in un anno e mezzo, siamo contenti della celerità con cui tutto si è svolto, adesso siamo in fase di avvio per il concorso di altri 100 vigili urbani. Abbiamo fatto un Piano di riequilibrio senza aiuti, Catania e Palermo hanno avuto leggi nazionali con finanziamenti extra bilancio che li hanno aiutati a pagarsi i debiti. Gestire il Piano di riequilibrio non è facile, meglio rallentare che rischiare, già fare assunzioni è stato un azzardo perché abbiamo agito come se fossimo sicuri del buon esito del Piano ma lo abbiamo fatto sapendo anche dei vantaggi che avremmo avuto: con gli avvocati assunti ad esempio abbiamo risparmiato in due mesi 600 mila euro di incarichi esterni”, conclude Puccio.