Messina

Messina, comparto sanitario fra criticità, richieste e proteste

MESSINA – Uno sciopero che si sarebbe voluto evitare per non appesantire una situazione già critica, più volte segnalata da utenti e sindacati. C’era stata anche la disponibilità per una mediazione del sindaco Federico Basile e dell’assessore Alessandra Calafiore, ma l’iniziativa è stata confermata e oggi gli infermieri del Policlinico universitario si fermeranno, una protesta che coinvolge anche il personale socio sanitario. Le adesioni registrate alla vigilia sono state ampie e alcuni servizi subiranno inevitabilmente uno stop.

Il Nursind, sindacato maggiormente rappresentativo della categoria, ha deciso la strada dell’astensione dal lavoro, dopo numerose interlocuzioni e richieste di ascolto nel corso delle quali venivano segnalate carenza di personale e gestione ritenuta lacunosa. Confronti che non hanno avuto riscontri concreti, né sono state adottati provvedimenti che indicavano un cambio di rotta da parte dei vertici dell’Azienda.

La carenza di personale è il nodo principale da sciogliere e secondo Ivan Alonge, responsabile territoriale del Nursind sarebbero oltre cento le unità che mancano tra pensionamenti e malattie. “C’è una gravissima inadeguatezza degli organici – ha affermato – sia infermieristico che di supporto. E ad aggravare i problemi ci sono anche gli incarichi dati ai coordinatori infermieristici e altro personale con ruoli diversi, risultanti però in dotazione organica quale personale addetto all’assistenza”.

Ci sono stati anche numerosi incontri infruttuosi in Prefettura che hanno fatto alzare la tensione e il senso di frustrazione. Secondo la direzione aziendale del Policlinico il problema deve essere risolto a monte perché ci sono provvedimenti che vanno inseriti dentro linee guida stabilite a livello regionale. Tutto partirebbe dal tetto di spesa assegnato al Policlinico di Messina dall’assessorato alla Salute, è stato ribadito dai vertici, che blocca assunzioni di personale, rinnovi e stabilizzazioni.

Sul precariato secondo i sindacati c’è un rimpallo di responsabilità inaccettabile: “L’Azienda – ha sottolineato Alonge – rimanda alla Regione e quest’ultima al Ministero, tra tetti di spesa, economie di bilancio, termini anche difficili da interpretare. L’unica cosa per tutti facile da capire è la situazione disastrosa in cui versa il personale infermieristico tra ricoveri in soprannumero e inadeguatezza degli organici. E a breve l’Azienda manderà a scadenza contrattuale infermieri e Oss”.

I rappresentanti sindacali da tempo evidenziano i disagi specie all’interno del Pronto soccorso generale dove molti degli episodi di violenza al personale sono legati soprattutto, dicono, ai tempi di attesa. “Tanti compiti che l’infermiere svolge – ha evidenziato Massimo Latella segretario aziendale Nursind – non sono di sua competenza da tantissimi anni, ma sebbene sia costantemente demansionato e impossibilitato a esercitare in pieno il suo ruolo principale di professionista della salute, li svolge con umiltà ed abnegazione; ovviamente questo stato di cose viene confuso per un dovere e pertanto è molto spesso vittima di aggressioni sia verbali che fisiche”.

All’amministrazione si chiede di migliorare la privacy e la sicurezza del Pronto soccorso e anche di ristrutturare l’Osservazione breve del Triage infettivologico. Risolvere il problema della carenza d’organico è quindi prioritario per alleviare il carico lavorativo degli operatori e aumentare i livelli di assistenza.

“La Direzione – hanno aggiunto Alonge e Latella – continua a dispensare incarichi togliendo infermieri e diminuendo sempre più il personale che assiste gli ammalati in corsia. Mentre si danno incarichi, in meno di 24 ore si chiude senza preavviso e senza informativa sindacale la Terapia intensiva del padiglione F che serviva tre blocchi operatori e garantiva estrema sicurezza a pazienti nel postoperatorio ed eventuali emergenze”.

Secondo il Nursind “il problema è anche quello del mancato adempimento da parte dell’azienda Policlinico delle linee di indirizzo sulle dotazioni organiche che scorporavano gli ex caposala dal personale infermieristico, e cioè ben 53 unità di coordinatori all’interno del personale addetto all’assistenza infermieristica. Quello che ci preoccupa è che l’Azienda manderà a scadenza contrattuale circa 20 infermieri e 17 Oss con un aumento esponenziale delle attuali criticità”.