Messina

Messina, concorso di progettazione per riqualificare il waterfront

MESSINA – Un lungomare che deve raccontare la città, la sua identità, il suo rapporto con lo Stretto, ma che può diventare occasione di rilancio per alcuni comparti e laboratorio delle nuove frontiere della tecnologia e della sostenibilità ambientale.

Il tema del waterfront a Messina torna centrale, con l’Adsp dello Stretto che lancia un concorso di progettazione che nelle fasi preliminari prevede il coinvolgimento della città nelle sue diverse espressioni, politiche, istituzionali, imprenditoriali associative. Sarà poi l’Authority a fare sintesi, intanto il presidente Mario Mega vuole che tutti i cittadini si sentano parte di questo percorso di riconquista del fronte mare negato per molto tempo da vincoli e barriere. Il percorso partecipativo non è obbligatorio, ma per Mega potrebbe essere un antidoto a tutte le polemiche che il tema potrebbe innescare.

Sono due chilometri e mezzo di costa che vanno dal Boccetta all’Annunziata e dentro c’è la Rada San Francesco, che una volta finito il Porto di Tremestieri dovrebbe essere chiusa al traffico navale. Il cronoprogramma del percorso partecipativo prevede, dopo l’evento di lancio online svoltosi ieri pomeriggio, il 21 gennaio l’incontro con gli amministratori pubblici, il 28 gennaio quello con enti e operatori portuali, il 4 febbraio con organizzazioni economiche e del lavoro, l’11 febbraio con i cittadini, il 25 febbraio un grande incontro partecipativo con tutti, il 25 marzo l’evento finale di presentazione dei risultati. Tutti i cittadini, come ha spiegato Alberto Cena di Avventura urbana, società di Torino a cui si è rivolta l’Adsp dello Stretto, potranno avanzare la propria idea partecipando agli eventi oppure inviando una proposta in rete sul nuovo sito www.cpwaterfrontmessina.it o inviando una mail a info@cpwaterfrontmessina.it.

Fin dalla stesura del Pot nel 2020 era stata preannunciata la riqualificazione di quel tratto di fronte mare. “Dopo anni di vari tentativi per dare nuova vita all’area della ex Fiera – ha detto Mega – si era previsto di acquisire un master plan unitario di tutta la zona che va dalla fine del porto operativo al Torrente Annunziata in cui individuare le funzioni dei vari tratti di costa ma anche quelle specifiche dei singoli corpi edilizi presenti in quel compendio. L’obiettivo rimane quello di dotarsi di un piano di assetto complessivo che restituisca l’intera area del waterfront portuale nord alla fruizione urbana mettendo a disposizione della città un affaccio sullo Stretto di grande valore paesaggistico con la creazione di uno spazio urbano aperto integrato con il resto della città. La novità ora è quella del coinvolgimento attivo in questo percorso anche i singoli cittadini, oltre che le associazioni e le istituzioni, che potranno fornire contributi e spunti di riflessione utili a valutare meglio le aspettative della città”.

Ci si muoverà dentro gli ambiti disegnati dal Piano regolatore portuale approvato nel 2019, che prevede la realizzazione di un parco culturale ricreativo, un piano per la nautica da diporto e attività legata alla natura lo sport e tempo libero. “Su questi elementi – ha aggiunto il presidente dell’Adsp – declinati in tre polarità dall’Università di Messina adesso bisogna fare le proposte, capire come realizzare un parco culturale, come sviluppare la nautica di diporto se in modo classico o con sistemi più leggeri”.

Per il supporto tecnico scientifico l’Adsp si è affidata al Dipartimento di ingegneria UniMe. Il gruppo di lavoro è costituito dalla professoressa Marina Arena e dagli ingegneri Giuseppe Angileri e Francesco Cannata. Un contesto pregiato ma inaccessibile per la professoressa Arena, che ricorda il grande valore identitario per i messinesi della passeggiata a mare e della Fiera. E poi ci sono i temi della sostenibilità con la mobilità ciclopedonale e il ripascimento dell’arenile, “per regalare a Messina la spiaggia urbana desiderata da cittadini e turisti, soprattutto quelli che arrivano in crociera”.

È auspicabile poi puntare a un’economia del mare ma senza interrompere la continuità dell’affaccio e al patrimonio turistico-culturale, sfruttando i poli del Museo e la prevista cittadella della cultura nell’area dell’ex ospedale Margherita.