Proseguono le indagini su Matteo Messina Denaro e la sua “rete infinita” di collaboratori: è in corso la perquisizione dei carabinieri del Ros nello studio di un ex assessore di Campobello di Mazara (Trapani), Stefano Tramonte.
Lì, secondo gli inquirenti, sarebbero avvenuti gli scambi di “pizzini” presumibilmente portati da Martina Gentile, la figlia di Laura Bonafede arrestata all’alba di oggi per favoreggiamento al boss Matteo Messina Denaro.
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Lo scambio dei “pizzini” di Messina Denaro, ancora latitante, sarebbe avvenuto tra Martina Gentile e Lorena Lanceri, una presunta fiancheggiatrice del boss arrestata nei mesi scorsi assieme al marito Emanuele Bonafede.
Si tratta dello studio di architettura dell’ex assessore all’urbanistica di Campobello di Mazara, Stefano Tramonte, in cui le due donne lavoravano. Il professionista risulta indagato.
Al centro delle indagini di queste ore sul caso Messina Denaro non c’è solo l’ex assessore Tramonte, ma anche la giovanissima Martina Gentile. Figlia della maestra presunta amante del boss, Laura Bonafede, la 31enne sarebbe stata “come una figlia” per Messina Denaro. I pm la reputano “uno degli ingranaggi indispensabili del sistema di comunicazione ingegnato dal latitante” per coprire la latitanza. Avrebbe infatti incontrato più volte il boss, a volte anche con la figlia piccola nel passeggino, e gli avrebbe consegnato della “posta”.
Nel covo di Campobello di Mazara sarebbero state trovate delle sue impronte. Una prova, per gli inquirenti, “di un rapporto tra la giovane donna e il latitante che si arricchiva anche di un’assistenza concreta alle esigenze di quest’ultimo, anche sotto forma di ausilio alla coltivazione di hobby o più semplicemente di assistenza volta a rendere meno gravoso lo stato di clandestinità”.
Immagine di repertorio