MESSINA – Edilizia ferma al palo con il blocco di tutte le nuove edificazioni ed un settore in sofferenza da tempo. Negli ultimi 10 anni dicono i sindacati – sono sparite 2700 imprese e 11mila lavoratori edili sono ormai perennemente inoccupati.
L’edilizia pubblica è partita ma il settore privato da oltre un anno è vittima della mancanza di chiare regole urbanistiche. Si tornerà alla normalità a settembre, promette il vicesindaco e assessore ai lavori pubblici Salvatore Mondello ma il problema innescato dall’Assessorato regionale al territorio e ambiente sulla Zps di fatto non è stato ancora risolto malgrado le prese di posizione degli ordini professionali e le interlocuzioni avviare dagli uffici comunali.
“La città è perimetrata per oltre il 70% – dice Pino Falzea, presidente Ordine degli Architetti – all’interno della Zona di Protezione Speciale, circa 3 mila ettari di zone urbanizzate e in gran parte degradate. Una molteplicità di attività edilizie sono interdette – continua Falzea – a causa di una non condivisibile azione dei Dirigenti dell’Arta che hanno diffidato il Comune a non rilasciare provvedimenti di VIncA, mitigando poi il provvedimento ed inasprendolo successivamente, per cui anche le insignificanti – dal punto di vista dell’impatto ambientale – pertinenze quali tettoie, balconi ed altre piccole strutture non possono essere autorizzate perché costituirebbero nuova edificazione.
A tale azione ha aderito il Dirigente del Dipartimento competente di Palazzo Zanca che invece ha una competenza esclusiva sulle stesse valutazioni. Tutto ciò nonostante la Commissione per le Valutazioni di Incidenza Ambientali, presieduta da Anna Carulli (Presidente Istituto di BioArchitettura) abbia segnalato il problema agli ordini professionali anche attraverso un parere legale formulato che dice altro e nonostante il Ministero dell’Ambiente, in risposta ad una lettera sottoscritta dall’intero comparto edile, abbia chiarito che la procedura europea di riferimento non disponga alcun blocco delle attività edilizie nelle Zone a Protezione Speciale interessate”.
Da Palermo lo stop a tutte le pratiche – varianti di Piani particolareggiati, Piani di zona e al Prg, – riguardanti aree inserite nella Zps, era arrivato a maggio 2019. E questo dopo la revoca da parte dell’Amministrazione De Luca della Variante di salvaguardia ambientale che era stata proposta dal precedente esecutivo e su cui il Consiglio, durante la sindacatura di Renato Accorinti, aveva fatto tuta una serie di ostruzionismi senza mai pronunciarsi.
“Il territorio Messinese è “zeppo” di vincoli – ricorda Francesco Triolo, presidente Ordine degli ingegneri,- che determinano tante autorizzazioni da acquisire, da Comune, Soprintendenza, Genio Civile, Forestale, Catasto, Vigili del Fuoco, talvolta tutte in una progettazione anche in contemporanea, soprattutto quando si ha che fare con pratiche Demaniali”.
In questo momento molti progetti sono pronti con tutte le autorizzazioni tranne ovviamente quella relativa alla Zps. Lo scorso 9 aprile l’Arta aveva mandato una nota a Palazzo Zanca ricordando che il Comune a seguito dell’incontro del 3 ottobre 2019 si era impegnato a presentare uno “Studio di Approfondimento che analizzasse gli effetti cumulativi diretti e indiretti che potessero comportare incidenze sui siti di Natura 2000, di tutti gli interventi ricadenti sul territorio comunale”. Qualche giorno dopo l’assessore Mondello aveva informato gli ordini professionali di avere trasmesso all’Assessorato, lo Studio richiesto. Ma la Regione ha voluto ulteriori integrazioni. Durante il confronto di qualche giorno fa, tra Amministrazione e ingegneri ed architetti, Mondello ha assicurato che lo Studio Cumulativo con le modifiche è pronto e il Dirigente Antonio Cardia sta preparando la delibera e dopo l’approvazione in Giunta sarà spedito tutto a Palermo. “Se la Regione manterrà gli impegni assunti, -ha detto Mondello – al ritorno dalle ferie la situazione ritornerà alla normalità”. Speriamo sia la volta buona.