Messina

Messina, emergenza abitativa tra appelli e promesse

MESSINA – “È un problema che si trascina da trent’anni. Non si può più parlare di emergenza. Il tema è sul tavolo, con le nuove fonti di finanziamento stiamo cercando di incrementare le misure dedicate, ma è chiaro che ci vuole tempo”. Così Federico Basile, sindaco di Messina, risponde al QdS sul disagio abitativo di migliaia di famiglie.

Sul territorio comunale il 90% degli sfratti sono per morosità; gli sfratti esecutivi dopo il blocco legato alla pandemia sono stati 208, mentre sono circa 1.300 le procedure iscritte. Ma la povertà e la vulnerabilità abitativa ha tante facce: quella dei senza tetto, di coloro che rischiano di finire per strada a causa di licenziamenti, di chi non riesce a pagare il mutuo, dei padri separati, dei nuclei familiari che abitano in alloggi popolari o privati invivibili a causa delle pessime condizioni strutturali e manutentive. Poi ci sono i nuclei familiari che vivono ancora in baracca e le famiglie che hanno occupato per necessità.

La questione coinvolge migliaia di persone, come hanno evidenziato l’Unione degli inquilini e il Sunia e come si legge anche nell’ultimo report della Caritas in cui si parla dell’urgenza di fronteggiare le questioni abitative, che sono quelle maggiormente rilevate dai centri di ascolto delle parrocchie.

“Il primo passo fatto, appena cessato il blocco per legge degli sfratti – spiega al QdS Claudio Vallone, neoeletto segretario provinciale del Sunia – congiuntamente all’Unione inquilini e al Sicet, è stato quello di chiedere formalmente alla Prefettura di istituire una Commissione che facesse una graduatoria sull’esecuzione dei provvedimenti mettendo in coda i destinatari con una situazione socioeconomica più grave. È trascorso un anno senza avere avuto nessuna risposta”.

Viene chiamata in causa anche l’Amministrazione comunale: “È necessario – si legge in una nota dell’Unione inquilini – mettere in campo politiche attive sul diritto alla casa. Il Comune deve completare la graduatoria di assegnazione alloggi Erp datata 2018. La Patrimonio Spa, inoltre, non ha effettuato il censimento degli alloggi comunali né ha prodotto nulla di sostanziale”.

Per Vallone “è inaccettabile che in una città in cui ci sono all’incirca ventimila immobili vuoti, (fonte Istat) vi sia una così grave situazione abitativa. Bisognerebbe fare un censimento che chiarisca quante abitazioni tra queste, in parte del Comune e Iacp, è possibile utilizzare in tempi brevi ”.

Il sindaco Basile garantisce sul tema l’impegno del suo Esecutivo. “C’è una legge delega non ancora convertita – spiega – che indica Renato Schifani nuovo commissario, quindi siamo fermi. Ci sono situazioni che nel tempo si sono acuite, un moltiplicarsi di casi che non sono stati affrontati. Il Comune, con le carte in regola dal 2018, gestisce come può. Il progetto Capacity è un modello che vogliamo riproporre, ma ci vuole del tempo. Comprendo che Unione degli inquilini e Sunia gridino allo scandalo, perché sono un sindaco nuovo, però sono situazioni che sono state create in passato. Abbiamo gettato in questi anni le basi ma domani trecento case non le ho. Non so cosa altro dire se non che stiamo continuando come abbiamo fatto dal 2018 in avanti, ma una soluzione immediata è improponibile. Abbiamo una serie di finanziamenti e progetti in cantiere. Con Qualità dell’abitare siamo primi in Italia e abbiamo tante situazioni aperte, poi è chiaro che c’è un problema oltre che di spendibilità anche di reperibilità di immobili sul mercato, che non è immediata con tutte le lungaggini legate non tanto all’acquisto quanto poi alla rendicontazione delle somme”.

E sul censimento e la Patrimonio Spa aggiunge: “La gestione del servizio Patrimonio è in carico al Dipartimento. Due anni fa è nata la Patrimonio Spa, che aveva l’onere della parte più funzionale e non burocratica. La società ha avuto una serie di problemi, tra cui la richiesta di liquidazione da parte del Consiglio comunale, è stata quindi ferma e adesso la stiamo rimettendo in carreggiata, fermo restando che il Dipartimento ha contezza di tutto, perché è impensabile che dopo vent’anni non abbia chiara la situazione. La Patrimonio serviva e servirà per accelerare gli atti che spesso si bloccano nei meandri della burocrazia e per quel poco che ha potuto lavorare ha fatto una serie di cose importanti”.