MESSINA – È ormai scontro senza esclusione di colpi tra sindacati e dirigenza di Atm Spa.
Per Filt Cgil, Fit Cisl, Uil trasporti, Faisa, Ugl e Orsa, che hanno ormai trovato l’unità, i vertici della società hanno mostrato proprio in questa fase delicata, impreparazione e limiti gestionali, trasformando l’emergenza Covid “in comodo alibi per aprire il trasporto urbano ai privati”. Il riferimento è alla manifestazione d’interesse pubblicata il 30 novembre, che sarà al centro dei lavori di lunedì prossimo della I Commissione consiliare Trasporti insieme agli sviluppi sul bando per l’assunzione di nuovi conducenti. Con l’avviso, aperto fino a giugno, l’Atm “per migliorare il servizio e rafforzare le misure anti Covid” che limitano la fruizione di bus e tram e visto il blocco dei concorsi, ha dato il via alla ricerca di nuovi operatori di esercizio che forniscano mezzi e autisti. All’elenco di operatori che si sta formando, secondo l’avviso, l’azienda potrà attingere già dal prossimo 10 dicembre.
Il management aziendale a sua volta ha risposto parlando di classe sindacale inadeguata ed esortando le segreterie nazionali e regionali del comparto trasporti ad “attenzionare il caso Messina”. Giuseppe Campagna, presidente del cda Atm Spa, non ha risparmiato accuse, alcune anche gravi, contro i rappresentanti aziendali, ma non è entrato nel merito della manifestazione d’interesse su cui ci sarà il confronto con consiglieri comunali e sindacati, lunedì in Commissione.
“Pur di creare disservizi e allarme nella cittadinanza – ha detto – al solo fine di garantire situazioni di privilegio e posizioni determinate nel tempo a seguito di fatti illeciti, si tende a forzare la mano del management aziendale, con l’obiettivo di effettuare assunzioni di personale in assoluto divieto di legge nel dispregio delle normative vigenti”.
Ma cosa denunciano i sindacati? Intanto il volere ricorrere ai privati mentre, secondo loro, “dal 24 luglio le organizzazioni sindacali avevano delineato progetti specifici per gestire il trasporto nell’emergenza Covid in house, senza rivolgersi all’esterno. Atm è senza dubbio l’azienda cittadina che conta il maggior numero di dipendenti contagiati e giornalmente ci sono nuovi casi. La gestione superficiale del conclamato focolaio ci ha costretto a denunciare alla Spresal l’assenza di comunicazione e trasparenza sugli interventi previsti in materia di sicurezza dai protocolli nazionali sulla prevenzione dei rischi legati al Covid 19 sui luoghi di lavoro”.
“È rocambolesco – hanno aggiunto – chiedere il supporto dei privati nella fase in cui si registra un calo esponenziale dell’utenza: dopo gli investimenti pubblici in uomini e mezzi, farsi trovare impreparati e chiedere supporti esterni equivale all’auto denuncia di incapacità gestionale”.
Il presidente Campagna ha specificato che “la percentuale di soggetti contagiati rispetto ai tamponi effettuati, all’Atm si è sostanzialmente al di sotto del 4% e quindi parlare di focolaio è assolutamente fuori luogo. Anzi, l’azienda si riserva di procedere legalmente nei confronti delle organizzazioni sindacali per procurato allarme sociale”.
Campagna ha enumerato quindi i dati sulla circolazione del virus in azienda. “I soggetti contagiati dall’inizio della pandemia a oggi sono complessivamente 23; tra questi 13 sono già rientrati in servizio e cinque sono autisti. È bene precisare che gran parte dei dipendenti ancora in quarantena lo sono dal 2 novembre e non sono potuti rientrare in servizio soltanto a causa dei ritardi accumulati, com’è noto a tutti, da Asp e Usca. A fronte quindi di oltre cinquecento dipendenti stiamo parlando di un numero esiguo e quindi certamente non si può parlare di focolaio. Su 220 autisti addirittura solo cinque sono stati i contagiati”.
“Con una nota dello scorso 24 novembre – ha concluso Campagna – ho provveduto personalmente a sollecitare il commissario per l’emergenza Covid-19, Carmelo Crisicelli, a comunicare in tempi rapidi gli esiti dei tamponi al fine di consentire un rientro veloce in servizio dei dipendenti”.