MESSINA – La riattivazione del Coordinamento dei Forti dello Stretto mette in moto un meccanismo che può dare nuova vita alla fortificazione.
Ci sono i Forti cinquecenteschi di Carlo V e quelli Umbertini dell’800, hanno un valore storico e architettonico e possono entrare nei circuiti turistici d’arte, ma anche ambientale e sociale per sviluppare progetti per il territorio. Tante vocazioni espresse in ordine sparso che si tenta di canalizzare in una visione organica di valorizzazione. L’obiettivo del Comune di Messina, capofila del Coordinamento, è avviare una programmazione unitaria con attività che possano contribuire alla destagionalizzazione del turismo offrendo alternative ai classici itinerari estivi. Dopo il nutrito cartellone di eventi dell’estate messinese, l’assessore al Turismo, alla cultura e alla valorizzazione del patrimonio fortificato Enzo Caruso, pensa all’autunno dei Forti, con il coinvolgimento dei comuni calabri (Reggio ne ha tre e altri due Campo Calabro), e delle associazioni che hanno in gestione le fortificazioni che si affacciano sullo Stretto.
“Un progetto su cui si sta lavorando per il futuro – ha specificato Caruso al QdS – per il momento per me era importante ripartire con il Coordinamento che si era fermato con la pandemia, ci sarà una nuova riunione la prossima settimana. Non è facile fare convergere su una stessa linea tanti soggetti coinvolti. D’intesa con il sindaco Federico Basile, sono stati convocati i referenti dei Comuni nei cui territori insistono le fortificazioni del tardo ‘800 dello Stretto di Messina, le associazioni e i soggetti che li gestiscono. Soggetti firmatari nel 2019 della Carta di Corfù per la salvaguardia delle fortificazioni del Mediterraneo. L’intento è quello di “fare rete” e promuovere l’offerta culturale che ogni singolo Forte propone, grazie agli enti e alle associazioni che si sono prodigati in oltre trent’anni con restauri e iniziative con le quali sono stati strappati all’abbandono e al degrado. Ed è oggi quanto di più auspicabile rendere questi luoghi non più baluardi difensivi, ma presidi di cultura e bellezza contro un nemico non meno insidioso: l’incuria e la poca affezione a beni preziosi sopravvissuti al terremoto e alle due guerre”. “È con questo spirito – ha concluso Caruso – che il Coordinamento dei Forti dello Stretto si è prefisso l’obiettivo di una programmazione unitaria di attività stagionali rivolte al sociale, alla cultura e al turismo, a beneficio della collettività.”
All’incontro erano presenti, oltre ai rappresentanti di Enti e associazioni che gestiscono i Forti, la vicepresidente del Centro studi e documentazione Medfort Veronica Calveri, il consigliere con delega al Turismo Giovanni Latella per il Comune di Reggio Calabria, e Simona Bellantoni, presidente del Consiglio comunale delegata dal sindaco di Campo Calabrò. “Nei territori e nelle comunità, – ha detto Caruso – ospitanti architetture militari in area euro-mediterranea, è possibile riconoscere una sorta di ‘comunità d’eredità/patrimoniale’ estesa e diffusa, il patrimonio fortificato e le architetture militari quindi rappresentano un elemento dal fondamentale valore storico, artistico, antropologico, sociale. Un patrimonio che merita attenzione particolare e specifiche azioni di tutela, valorizzazione e promozione. L’obiettivo è anche quello di rendere luogo di dialogo, pace e creatività ciò che è stato creato per fini legati a conflitti”.
“Portai qui il modello Venezia – ha aggiunto – dove il Comune con il sindaco Cacciari aveva acquisito dal Demanio i Forti per valorizzarli, dandoli in gestione alle associazioni. A Messina abbiamo riunito nel 2006 le associazioni che avevano in concessione demaniale i Forti, e costituito una rete che, al di là delle Amministrazioni, è andata avanti. Una visione a cui si è dato seguito anche nel 2018, con la Carta di Corfù, un altro protocollo d’intesa che valorizza i forti d’Europa dando loro visibilità”.
Per rafforzare il sistema di collaborazione tra vari gestori è stata costituita anche l’associazione MedFort, punto di riferimento di tutte le fortificazioni del Mediterraneo. I Forti messinesi hanno una difficoltà in più però nella gestione. “In Sicilia per la concessione di un Forte il demanio vuole essere pagato il 10% del valore, nel resto d’Italia il passaggio è gratuito – ha sottolineato Caruso – e questo è penalizzante. L’obiettivo è arrivare ad un coordinamento unico da parte del Comune che faccia da garante davanti al Demanio per una promozione generale e per avere un canone più basso possibile; la spesa per la concessione, aggiunta ai costi di gestione, è diventata insostenibile per associazioni del terzo settore”.