MESSINA – Un iter travagliato, durato oltre vent’anni, ma adesso il Pontile di Giammoro è una realtà. Ieri è stata pubblicata sulla Gazzetta ufficiale dell’Unione europea la procedura a evidenza pubblica per la selezione di un’impresa o di un gruppo di imprese per l’affidamento in concessione di beni demaniali per la gestione commerciale dell’infrastruttura e delle aree di pertinenza a servizio di tutti i vettori marittimi, la manutenzione, l’esercizio in sicurezza e la loro custodia. La concessione avrà la durata di 15 anni con un canone di oltre due milioni e mezzo di euro.
“Un’opera importante – ha affermato Mario Mega, presidente dell’Autorità di Sistema portuale dello Stretto – e attesa da tempo. Ora si cerca un’impresa portuale che sappia attrarre nuovi traffici facendola diventare la banchina dell’area Zes retrostante”.
Una grande opportunità quindi per creare un’infrastruttura logistica a servizio di tutto l’agglomerato industriale della Sicilia orientale. È l’avvio di un processo nuovo, perché in questi vent’anni molte cose sono cambiate e la valenza di questo Pontile non è più quella che avrebbe avuto quando l’opera fu pensata e progettata. Lo ribadisce al QdS Ivo Blandina, vice presidente vicario di Sicindustria e presidente della Camera di Commercio di Messina: “Il contesto produttivo, quello industriale in particolare, è cambiato in modo sostanziale. Diversi stabilimenti hanno chiuso i battenti provocando un calo verticale dei volumi di materie prime e prodotti finiti movimentati nel porto di Milazzo, che avrebbero sfruttato il pontile per le operazioni di imbarco e sbarco con conseguenti economie di scala e un avvicinamento ai mercati di riferimento anche in termini di tempo. Basti pensare ai Molini, alla cementeria di Villafranca, alle industrie della lavorazione del legno ma anche ai derivati dalla produzione di energia e della raffinazione. Rimane attivo il laminatoio Duferco con volumi di gran lunga inferiori a quelli degli anni Novanta-Duemila. Non ci potrà essere un impatto significativo sull’economia del territorio e l’occupazione ma sicuramente mitigherà gli impatti derivanti dal trasporto da e per il porto di Milazzo e libererà gli spazi che potranno essere utilizzati per altre attività di servizio e per la mobilità”.
Tante comunque, secondo Blandina, le potenzialità per questa infrastruttura: “Ne potranno trarre un vantaggio tutte quelle aziende presenti e quelle che si insedieranno in prossimità del Pontile, ma anche quelle nel raggio di cento chilometri ridurranno i costi di trasporto per relazioni orizzontali con altre aziende della provincia di Messina e le altre che attualmente gestiscono i loro traffici containerizzati attraverso il terminal di Catania e il porto hub di Gioia Tauro”.
Il Pontile può attrarre quindi investimenti, ma intanto sempre secondo il presidente della Camera di Commercio, è necessario il suo “completamento funzionale che richiederà ingenti risorse in attrezzature e macchinari. Quando entrerà in esercizio sarà sicuramente un attrattore per nuovi investimenti produttivi nell’area che è perimetrata all’interno della Zes della Sicilia orientale”.
Insomma siamo solo all’inizio. “Bisogna immaginare un’infrastruttura multimodale – conclude Blandina – in cui il pontile rappresenta un segmento del ciclo logistico. Il resto deve essere integrato in una strategia più ampia di gestione che necessità ovviamente di altri ulteriori investimenti”.
Una grande occasione da non sprecare e un’opera strategica per Pietro Patti, segretario della Cgil di Messina. “Il bando è un passaggio decisivo – dice – e guardiamo con attenzione alla conclusione del percorso di gestione avviato auspicando che quest’ultimo vada nella direzione di un concreto utilizzo dell’opera al servizio dell’intera area industriale. Lo sviluppo e il rilancio delle aree industriali del territorio è determinante per l’economia messinese e per le prospettive occupazionali”.
Sulla stessa linea anche Nino Alibrandi, segretario della Cisl: “Dall’area di Larderia alla zona Asi di Giammoro e quelle della zona tirrenica, il pontile può diventare l’occasione per molte realtà produttive di essere finalmente competitive sul mercato internazionale”.
Ivan Tripodi, segretario della Uil, si augura invece che intanto ci sia la partecipazione al bando da parte di imprese motivate e che dopo l’assegnazione si possa avviare un processo virtuoso per la gestione del Pontile con tutti quegli interventi che rendano effettivamente funzionale.