Messina

Teatro V. Emanuele, la digitalizzazione contro la crisi

MESSINA – Ai tempi del Coronavirus anche un palcoscenico può chiedere soccorso alla tecnologia, resettare e guardare oltre le stagioni di prosa e musica spezzate dalle restrizioni. Il progetto che i vertici del Teatro Vittorio Emanuele hanno presentato a Palermo non vuole sostituire il teatro dal vivo, come ha spiegato il sovrintendente Gianfranco Scoglio, ma rendere il suo linguaggio più contemporaneo, per raggiungere una platea sempre più ampia e soprattutto giovane.

“Abbiamo fatto tesoro – spiega il presidente dell’Ente Orazio Miloro – di questo periodo di fermo per mettere a punto un’iniziativa senza precedenti, che parte dalla volontà di coinvolgere tutte le realtà dei teatri siciliani e, attraverso il prezioso strumento delle tecnologie web e le enormi e spesso ancora inespresse potenzialità dei social network, da un lato mettere in scena on demand nuove produzioni, dall’altro consentire a un pubblico eterogeneo la fruizione della bellezza e della Cultura del teatro”.

In queste settimane il Vittorio Emanuele ha fatto proseguire in digitale il talent “Play the game” e sul sito sono state inserite le produzioni fatte negli anni. Allo stesso tempo, si è pensato a una piattaforma digitale che potesse garantire le normali attività e affiancare il teatro tradizionale. Il progetto del Teatro di Messina prevede un archivio che raccolga testi, spettacoli storici, scritti e produzioni dello spettacolo siciliano, nazionale ed europeo, sostituendo i vecchi supporti fisici e operando un processo di digitalizzazione. Un blog e una community social per diffondere la cultura del teatro e incentivare educazione letteraria, analisi testuale, lessico e scrittura; la produzione di un catalogo di rete e la comunicazione al pubblico attraverso la tecnologia streaming e on demand che consenta con pochi clic di accedere e visionare i contenuti; infine una web Tv professionale con un’app per fruire in modo comodo e ovunque della visione dello spettacolo scelto e per gli approfondimenti culturali. Previste anche le dirette streaming degli spettacoli che vanno in scena.

Per finanziare tutto ciò potrebbero essere utilizzate le risorse comunitarie disponibili in abbondanza, per esempio, in Europa digitale. “Abbiamo fatto un conto economico – spiega il sovrintendente Scoglio – che in tre anni prevede un investimento di cinquecentomila euro ed entrate a regime di circa 350/400 mila euro l’anno, basati su una piattaforma di 3.500 persone. Quello che costano molto sono le piattaforme su cui collocarsi. Con un piano economico e un abbonamento di nove euro ci stiamo impegnando adesso e faremo da giugno a dicembre sei mesi di streaming gratuito contrattualizzando gli attori.

La difficoltà maggiore non è quella di fare lo spettacolo dal vivo ma quella di mettere in relazione gli attori, anche loro soggetti al distanziamento. Lo faremo con dei video registrati, per favorire anche la ripresa del settore, poi li monteremo e manderemo in streaming”.

Il Teatro quindi si modernizza, in stile Netflix, tanto per intenderci, utilizzando nuove forme di comunicazione per dare una risposta concreta agli artisti e alle maestranze, diffondendo arte e cultura. Ma il Vittorio Emanuele con questa iniziativa vuole anche essere trainante per le altre realtà siciliane.

Alla Regione, oltre ai finanziamenti, Scoglio e il presidente Miloro hanno chiesto l’istituzione di un coordinamento con gli altri Enti dell’isola. “L’obiettivo – evidenzia il sovrintendente – è convincere gli altri Teatri siciliani e costruire insieme la piattaforma. Tutto questo ha un senso se siamo insieme e per la Regione Siciliana può essere un’occasione per istituire una cabina di regia che dia valore a tutte le realtà. Gli sviluppi del progetto poi sono molteplici, specie nella formazione e nella didattica: oltre alle produzioni, occorrono degli autori che scrivano in digitale, con uno sguardo alla contemporaneità. Solo così possiamo catturare i giovani. Ci vogliono poi impianti tecnologici per arrivare al 4k e avere delle visioni dal salotto di casa come dal vivo”.