MESSINA – Una rete integrata per proteggere giovani e minori dalle dipendenze. È nata con il Protocollo d’intesa firmato in Prefettura a coronamento del progetto avviato su proposta del procuratore presso il Tribunale dei minorenni Andrea Pagano e condiviso dal ministero dell’Interno. A fare la loro parte sono chiamati tutti i soggetti istituzionali coinvolti nella gestione delle criticità, ma soprattutto nella prevenzione del disagio minorile che sul territorio è sempre più diffuso.
Se ne è parlato anche a Palazzo Zanca, in Commissione consiliare e in quell’occasione il Garante per l’infanzia e l’adolescenza del Comune, Angelo Fabio Costantino, ha evidenziato alcuni dati: circa l’80% dei giovani che commettono reato è già seguito dai servizi sociali, altri hanno avuto assistenza neuropsichiatrica durante l’infanzia, altri ancora sono segnalati dal Tribunale dei minori. La trasgressione adolescenziale è un fatto fisiologico, ma solo in determinate situazioni sconfina in atti delinquenziali. Alla base ci sono spesso storie familiari di violenze e abusi, ma in generale si tratta di giovani provenienti da contesti sociali difficili. A ciò si aggiunge il fenomeno di un’elevata dispersione scolastica.
“Occorre fare prevenzione – ha precisato Costantino – attraverso una rete che deve coinvolgere i servizi sanitari, sociali e le agenzie educative del territorio e puntare su progetti specifici. Dietro la trasgressione del minore c’è sempre una richiesta d’aiuto a cui bisogna sempre rispondere. Si può far bene puntando sulle professionalità presenti in città”.
Il Protocollo ha raccolto anche queste indicazioni e il prefetto Maria Carmela Librizzi ha sottolineato che “un approccio multidiscilpinare nel contrasto alle dipendenze patologiche che spesso coinvolgono i minori, possa essere capace di mettere a frutto le diverse competenze e consentire di raggiungere il miglior risultato possibile nella prevenzione, informazione, promozione della cultura della legalità, sensibilizzazione e consapevolezza dei fattori di rischio”.
Il mondo della scuola è quindi chiamato a effettuare interventi formativi rivolti agli studenti nell’ambito di una più generale attività di prevenzione, così come i Servizi sociali comunali e l’Asp, sono coinvolti per assicurare la loro piena operatività, magari rivedendo l’organizzazione di alcuni servizi. Ruolo fondamentale è quello del Comune, che può fare molto nelle politiche di prevenzione invece di limitarsi alle regole restrittive e alle sanzioni ai locali. Sarebbe un passo avanti, per esempio, fare uscire dal degrado alcune periferie. In città mancano luoghi in cui gli adolescenti possono esprimersi, non c’è un posto dove si fa musica, spettacolo, cultura, sport. In mancanza di spazi, al minore non resta che girovagare per strada, suonare nella piazza del Municipio, incontrarsi davanti ai locali, diventati quasi dei presidi aggregativi.
Per il procuratore per i minorenni Andrea Pagano si è ormai “consapevoli che per contrastare le delicate e complesse problematiche connesse alle dipendenze da sostanze stupefacenti, ad altre forme di dipendenza patologica, all’uso non terapeutico di sostanze psicoattive e ai fenomeni di devianza minorile, intesi come azioni illecite direttamente compiute ma anche come coinvolgimento in azioni criminali indotte, occorre un approccio educativo orientato, attraverso un sistema integrato di rete interistituzionale”. Saranno quindi costituiti dei gruppi di lavoro interdisciplinari, operativi sia in fase istruttoria, raccogliendo le istanze della Procura, che in fase esecutiva, espletando le attività delegate dall’Autorità giudiziaria, per l’assistenza, la vigilanza ed il sostegno del minore e dei soggetti che esercitano la potestà genitoriale. Questi gruppi, che rappresentano una novità nella lotta alle devianze minorili, come sottolinea il prefetto, verranno articolati in modo da garantirne la presenza sull’intero territorio provinciale.