MESSINA – La regolarità tributaria in tempi di pandemia. Da una parte un principio di equità e civiltà a cui non si può derogare, dall’altra la crisi che tiene molte aziende dentro un precario equilibrio. In questo contesto, non mancano ovviamente i furbetti che non pagano le tasse come scelta, a prescindere dalle entrate e hanno un peso in termini di entrate (o mancate tali) nelle casse comunali.
La proposta di delibera sulla Regolarità tributaria presentata dall’Amministrazione comunale e che si trova in Commissione Bilancio, non poteva che innescare una serie di reazioni, tanto che l’assessore con nuova delega al Contrasto all’evasione ed elusione tributaria locale, Dafne Musolino, ha poi deciso di intervenire con una nota per chiarire alcuni punti e mostrare anche disponibilità ad apportare qualche aggiustamento.
“Il provvedimento – ha detto Alberto Palella, presidente di Confesercenti – in quanto orientato alla tenuta delle casse comunali e al rispetto dei principi di giustizia ed equità fiscale tra i cittadini, non può che essere condivisa da Confesecenti. Tuttavia chiediamo al sindaco Cateno De Luca un incontro al fine di condividere con la sua Amministrazione dei correttivi finalizzati ad introdurre modalità che forniscano agli operatori economici della città la concreta possibilità di potersi mettere in regola, senza rischiare di vedersi sospesa la licenza o revocato l’appalto”.
Molto critico sulla proposta di delibera è stato il vice presidente del Consiglio Nino Interdonato, di Sicilia Futura, specie per quanto riguarda la soglia posta di cento euro di debito che farebbe scattare pesanti sanzioni. “Non si può mettere a rischio – ha affermato – il già precario equilibrio delle aziende messinesi in questo momento storico. È corretto che tutti paghino le tasse, ma se non si troverà un accordo politico per aumentare la soglia di tolleranza, prima della sospensione della licenza, Sicilia Futura seppellirà la delibera con migliaia di emendamenti.”
È centrale per questa Amministrazione, come precisato dall’assessore Musolino, la lotta all’evasione e all’elusione tributaria, quell’insieme di artifici mediante i quali alcuni soggetti riescono a sottrarsi al pagamento delle tasse per il tempo necessario a indebitarsi fino a diventare insolventi, chiudere e poi ricominciare. “Per arginare e contrastare questo fenomeno – ha sottolineato la rappresentante della Giunta – è stato studiato un regolamento con cui abbiamo voluto affermare che prima di chiedere al Comune il rilascio di una licenza, autorizzazione, permesso, passo carrabile, si deve essere in regola con i tributi comunali, in caso contrario gli Uffici daranno un termine per regolarizzare la posizione e dopo avere pagato si riceverà quanto richiesto, nel rispetto dalla Legge, altrimenti la domanda verrà archiviata”.
Ma sono previste verifiche degli uffici comunali a cominciare dalle imprese in attività. “Se dovesse emergere – ha evidenziato Musolino – una posizione irregolare, la ditta interessata verrà convocata per regolarizzare la sua posizione e se non lo farà ci sarà la sospensione della licenza/autorizzazione/permesso. Abbiamo fissato come tetto minimo di debito oltre il quale scattano i controlli cento euro perché si è tenuto conto del fatto che alcune imposte/canoni locali hanno valore ridotto ma ciò non consente di ritenere che esistano tributi di serie A e di serie B. È una misura di eguaglianza sostanziale ma siamo sempre disponibili a ragionare in Consiglio sull’eventuale innalzamento di tale soglia”.
L’assessore ha ricordato anche gli aiuti concessi in questi mesi alle imprese. “Nessun Comune italiano – ha concluso l’assessore – ha investito tanto in aiuti e contributi a fondo perduto a sostegno delle imprese in difficoltà a causa del Covid. Per questo la Giunta ha già pronto un emendamento con il quale intende posticipare l’entrata in vigore delle disposizioni del Regolamento di Regolarità tributaria di un anno, proprio per consentire alle imprese di avere il tempo di recuperare, pur ricordando che tari e occupazione suolo sono stati sospesi da un anno e dunque si tratta di tributi scaduti risalenti al periodo antecedente il Covid”.