Circa 280 casette basse costruite in epoca fascista. Oltre un migliaio di occupanti, con cifre che però risultano complesse da confermare in assenza di un vero censimento aggiornato. Oltre 100 milioni di euro necessari per ripristinare le abitazioni da 24 a 49 metri quadri per renderle confortevoli e davvero abitabili. Sono questi gli obiettivi del piano Cabis, presentato dal Subcommissario al Risanamento, Marcello Scurria lo scorso weekend a Roma durante l’appuntamento “Città in Scena”, organizzato dall’Ance l’associazione nazionale costruttori e dall’associazione Mecenate 90 che si occupa di rigenerazione. Tra le soluzioni emergenti per evitare che le famiglie provenienti da determinate aree della città siano costretti a spostarsi, il progetto innovativo noto come modello Cabis. Questo si distingue per la sua visione ambiziosa e sostenibile: rigenerare le 280 abitazioni di Camaro Bisconte, costruite nel ventennio fascista, trasformandole in case moderne. Per poterci riuscire, servono però ulteriori 100 milioni che Arismé intende chiedere al Governo. Un progetto necessario anche per le difficoltà incontrate nel reperire nuove abitazioni sul mercato a costi sostenibili per Arismé. I 150 milioni di euro a disposizione del Subcommissario non sono sufficienti per trovare casa a tutti i messinesi che vivono ancora nelle baracche e che, di anno in anno, continuano a moltiplicarsi.
Durante la conferenza Scurria ha illustrato l’avanzamento del progetto di sbaraccamento di Messina e sottolineato la necessità di integrare gli abitanti delle baraccopoli in contesti urbani più adeguati, evitando la creazione di nuovi ghetti. Quelli previsti nell’ambito dei progetti Pinqua sulla qualità dell’abitare e che proprio nelle ultime settimane sono stati tanto criticati dai consiglieri comunali di opposizione e dai sindacati di rappresentanza degli inquilini.
La superficie interessata è di circa 230.000 metri quadrati, che saranno rigenerati senza ulteriore consumo di suolo, in linea con i principi di sostenibilità ambientale. Durante l’evento romano, Scurria ha evidenziato l’importanza del sostegno legislativo e finanziario, richiamando l’attenzione sulla legge Carfagna, promossa dalla sottosegretaria Matilde Siracusano, come uno strumento chiave per portare avanti questo ambizioso piano di riscatto per Messina.
Camaro Bisconte si distingue da altre aree degradate di Messina per la presenza di casette costruite durante il periodo fascista che insistono in parte a ridosso del torrente messo in sicurezza e per il quale è finito nei guai l’ex soggetto attuatore al dissesto idrogeologico della Regione, Maurizio Croce. A differenza delle baracche con tetti in eternit, queste abitazioni, con superfici che variano dai 24 ai 49 metri quadri, possiedono una struttura solida che si presta a interventi di riqualificazione.
Il progetto Cabis punta a consolidare queste case, eliminando le numerosissime aggiunte abusive accumulate negli anni e, dove possibile, sopraelevandole con un ulteriore piano per aumentare lo spazio abitativo ed evitare le ingenti infiltrazioni causate dalla vicinanza con il torrente ora coperto.
Un sondaggio condotto tra i residenti ha rivelato che il 75% degli abitanti preferirebbe rimanere nel quartiere, purché vengano garantite condizioni di sicurezza e abitazioni dignitose. Questo dato ha orientato il progetto verso una soluzione che evita lo spostamento forzato delle famiglie, in netto contrasto con i contestati progetti Pinqua, che prevedono la costruzione di palazzi a otto piani.
Il modello Cabis è pensato per rispettare il tessuto sociale esistente, preservando l’identità del quartiere e migliorando al contempo la qualità della vita degli abitanti. La riqualificazione delle abitazioni è affiancata dalla previsione di demolire le superfetazioni illegali e creare spazi urbani più funzionali e gradevoli.
Durante i 24 mesi di lavori previsti, è stata progettata una soluzione temporanea per il trasferimento delle famiglie. Due delle tre caserme di Bisconte saranno convertite in alloggi di transito, garantendo così una sistemazione dignitosa durante il periodo di cantiere. Una volta concluso il progetto, queste strutture saranno destinate a servizi per il quartiere, contribuendo ulteriormente alla rinascita dell’area. La rigenerazione di Camaro Bisconte rappresenta non solo un intervento urbanistico, ma anche una scelta strategica per ridare dignità a una comunità che vive in condizioni precarie da oltre un secolo.
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