MESSINA – Dopo oltre mezzo secolo di collaborazione, arriva la definitiva fuoriuscita del Comune capoluogo dalla Fondazione TaorminaArte. La decisione è stata presa, nei giorni scorsi, dal nuovo commissario regionale, Bernardo Campo – subentrato a Pietro Di Miceli – che ha deliberato l’iter di esclusione nei confronti del capoluogo peloritano, non avendo ricevuto risposte da Palazzo Zanca a una nota inviata il 13 marzo, nella quale venivano sollecitate le azioni necessarie per considerarsi ancora parte attiva del sodalizio.
Un anno di tira e molla tra TaoArte e l’Amministrazione messinese, con il sindaco della Città dello Stretto, Cateno De Luca, che già al passaggio dal vecchio Comitato alla nuova Fondazione, aveva adottato un decreto sindacale per sancire il recesso della Città Metropolitana, ovvero dell’ex Provincia, dalla nascente aggregazione, lasciando in sospeso la scelta per quanto riguardava la posizione del Comune.
Nonostante il primo cittadino avesse più volte ritenuto TaorminaArte un costo inutile ed eccessivo per le casse messinesi – che vi partecipavano con una quota fissa di circa 120 mila euro l’anno – il Consiglio comunale di Palazzo Zanca aveva bocciato, lo scorso 3 dicembre, la proposta di delibera della Giunta che ne avrebbe sancito l’uscita. Per restarci però, bisognava conferire un bene immobile al patrimonio della Fondazione. Cosa che negli ultimi sei mesi non è stata fatta, costituendo un valido motivo di esclusione. La mancanza di risposte concrete ha così convinto i vertici regionali a considerare Messina ormai fuori dai giochi.
Rimane invece, nel pieno della sua attività, una Fondazione TaorminaArte che, come già dimostrato nelle battute iniziali, si compone di un duopolio formato dal Comune di Taormina e dalla Regione siciliana, lasciando comunque aperte le porte a possibili nuovi soci, sia pubblici che privati. Opzione che potrebbe spostare l’orbita di TaoArte verso Catania, considerando alcune importanti partnership già consolidate in passato come, per esempio, quella con Videobank per l’organizzazione del Filmfestival.
Che qualcosa fosse cambiato lo si era capito già durante le ultime festività di Natale, quando TaorminaArte presentava un cartellone di spettacoli, servendosi per la prima volta di località lontane dalla Perla e dal messinese e, in particolare, a Palermo dove erano andate in scena proiezioni cinematografiche e musica dal vivo al Teatro Spasimo e al Real Teatro Santa Cecilia. Una scelta di campo del vertice Taormina-Regione, in un progetto che era stato promosso appunto dall’assessorato regionale al Turismo, finanziato da un bando per la valorizzazione delle eccellenze artistiche e dei siti di interesse culturale, volto alla destagionalizzazione del calendario.
A rendere più difficile il cammino della Fondazione poi, ci si è messo quest’anno anche il Coronavirus che, come sappiamo, ha causato la cancellazione del calendario estivo al Teatro Antico, a partire dal Festival del Cinema, che avrebbe dovuto tenersi tra qualche settimana. L’esigenza di riprogrammare tutto, non ha però scoraggiato TaorminaArte, che si sta prodigando affinché venga comunque proposto un calendario di nuovi eventi: non saranno i maxi concerti da 5 mila spettatori ai quali eravamo abituati, ma spettacoli di lirica o musica classica per non più di mille ingressi. Un ragionamento dovuto, per seguire i nuovi obblighi di distanziamento sociale.
Difficilmente nei prossimi mesi rivedremo il classico palco di legno sotto il colonnato della parte scenica. Più facile che venga allestito un piccolo palco nella zona di solito dedicata all’orchestra, senza il montaggio delle tribunette che costituivano la platea. Nessuna necessità, inoltre, del salvacondotto anti caos viabilità che il Comune aveva ottenuto dalla Regione, per ottenere non più di dieci spettacoli nel mese di agosto e solo di altissima qualità. Tutto rimandato al prossimo anno.
Twitter: @MassimoMobilia