Messina

Pericoli e disagi, A18 e A20: “Autostrade della vergogna”

MESSINA – “A18 e A20, le autostrade della vergogna”.
Si chiama così il gruppo pubblico nato 4 anni fa su Facebook, a cui sono iscritte circa 15mila700 persone. Nella pagina social si trovano non solo gli sfoghi degli utenti contro i continui disservizi che le due grandi arterie presentano ormai da lungo tempo, corredati da foto e contributi video, ma anche proposte di azioni concrete che in qualche caso sono diventate manifestazioni di piazza contro la gestione del Cas.

A settembre, Federconsumatori, Arco consumatori, Konsumer, Cittadinanzattiva con il suo Comitato Autostrade sicure, hanno presentato un esposto denuncia alla Procura della Repubblica di Messina contro il Consorzio per “attentato alla sicurezza dei trasporti”.

A distanza di sei mesi le associazioni hanno chiesto l’accesso agli atti per capire quale sia stato l’esito di quella denuncia e questo in un momento in cui la gestione delle autostrade siciliane è al centro dell’attenzione generale, anche del ministero delle Infrastrutture che nelle scorse settimane ha inviato un ispettore per verificare lo stato delle grandi arterie.
Nell’esposto redatto dall’avvocato Fulvio Capria di Federconsumatori vengono evidenziate anche una serie di inadempienze nei confronti della Direzione Generale per la Vigilanza sulle Concessionarie Autostradali che nelle ultime relazioni annuali predisposte, (dal 2016 al 2018) aveva rilevato la drammatica situazione delle autostrade. Risulterebbe infatti che il Consorzio, abbia omesso ogni anno “di comunicare alla Direzione Generale i dati completi relativi alla gestione economico – finanziaria degli investimenti ed amministrativa in generale, generando una serie di atti di diffida da parte dell’organo di controllo. Queste condotte e le indignate proteste degli utenti hanno spinto il Mit ad inviare l’ingegnere Placido Migliorino ad ispezionare la tratta dell’A20”.

L’ispettore ha confermato la drammaticità in cui versano gallerie, viadotti, cavalcavia, manto stradale, almeno per i punti che è riuscito a visionare, “una piccola percentuale- ha detto Migliorino – rispetto al numero complessivo”.

Continuerà dopo le festività pasquali con i controlli sull’A20 ma verificherà anche lo stato dell’A18. Migliorino ha ispezionato 22 viadotti sui complessivi 400, 8 gallerie e 5 cavalcavia e ha sintetizzato in 46 pagine lo stato di criticità e quali interventi adottare urgentemente per la mitigazione del rischio con restrizioni nella circolazione. La sicurezza impone dei sacrifici – ha sottolineato – quindi ci saranno tratti autostradali interdetti, altri con riduzione di corsia: in tutte le gallerie visionate ad esempio ci sono problemi di distacco di materiali dalla calotta ed i viadotti presentano per buona parte serie criticità. Il Cas dovrà intervenire al più presto e ci potrebbe essere anche il coinvolgimento delle prefetture di Messina e Catania. Migliorino ha anche dato atto che negli ultimi due anni, nel Consorzio qualcosa si è mosso ma per vedere i risultati di un cambio di rotta dovranno passare ancora almeno altri 4 anni. Prima dell’arrivo dell’ispettore ministeriale, la Procura della Repubblica di Barcellona aveva posto sotto sequestro preventivo 26 strutture dell’A20, tra cavalcavia e sovrappassi, dislocate nel tratto compreso tra Monforte San Giorgio e Furnari. Cittadinanzattiva con il Comitato Autostrade sicure, da tempo chiede la chiusura del Cas ed il passaggio di competenze ad Anas. Il Codacons Sicilia, che da anni denuncia, con diversi esposti, le pessime condizioni dei tratti autostradali, chiede lo stop immediato al pagamento dei pedaggi ed una task force per il monitoraggio e messa in sicurezza di tutte le autostrade siciliane.

La richiesta di abolizione o riduzione del pedaggio autostradale è stata fatta recentemente con una interrogazione anche dal deputato regionale Giuseppe Laccoto che rileva come i costanti disagi oltre che una diffusa condizione di insicurezza certificata dalle numerose indagini e dai sequestri, producano un inevitabile danno economico.