Messina

Messina, piano di riequilibrio approvato

MESSINA – “È la prova che la ricetta De Luca era quella giusta. Che non ero un visionario”. All’indomani dell’approvazione della relazione sul Piano di riequilibrio finanziario pluriennale 2014/2033 da parte della Commissione di Stabilità finanziaria per gli Enti locali del ministero degli Interni, tira aria di ottimismo nella città dello Stretto.

Appare infatti più vicina l’uscita dal tunnel del pre-dissesto e la fine quindi dei vincoli di spesa. Il sindaco Cateno De Luca ha incassato nel giro di pochi giorni un secondo punto a suo vantaggio. L’inchiesta di Trapani sulla gestione dei dati Covid ha fatto emergere parte di quanto denunciato dal primo cittadino e adesso anche “sulla strategia di risanamento e rilancio” messa in atto con il Salva-Messina, De Luca ha rivendicato la bontà del proprio operato.

Lo ha fatto sempre a suo modo, attraverso i social, non risparmiando critiche a chi lo avversava, come alcune organizzazioni sindacali, e a chi non ha votato la sua rimodulazione del Piano nel novembre 2018, pressando invece per la dichiarazione di dissesto e che invece adesso hanno giudicato positivamente il risultato raggiunto. Il riferimento è ai deputati e ai consiglieri comunali del Movimento 5 stelle, che in un comunicato hanno parlato del parere positivo della Commissione come di “un passo avanti fondamentale per scongiurare un aggravamento delle condizioni finanziarie dei messinesi evitando, così, di lasciare debiti alle future generazioni”.

A comunicare la notizia, poi è stato proprio un pentastellato, il sottosegretario al Ministero dell’Interno Carlo Sibilia. I consiglieri comunali hanno specificato di avere “sempre votato e riconosciuto i debiti fuori bilancio, come azione necessaria per ridurre il debito del Comune”.

Grande soddisfazione è stata espressa anche da Claudio Cardile, presidente del Civico consesso. “È ancora vivo – ha detto – il ricordo della notte del 23 novembre, in cui, a qualche minuto della mezzanotte, il segretario generale, con i dipendenti dell’Ufficio Affari di Consiglio, ha trasmesso la delibera di Rimodulazione. Da allora il lavoro all’interno di Palazzo Zanca non si è comunque fermato e l’adozione da parte del Consiglio di oltre un migliaio di debiti fuori bilancio ha consentito di abbattere notevolmente la massa debitoria a vantaggio del piano di riequilibrio e quindi della sua approvazione”.

“Un importante passo avanti – ha concluso – è stato quindi fatto sul progetto di risanamento economico-finanziario dell’Ente, che tuttora impegna l’Aula su centinaia di proposte di Delibere di riconoscimento di debiti fuori bilancio”.

Anche il sindaco De Luca ha voluto dare atto al ragioniere generale, Giovanni Di Leo, del grande lavoro svolto in quei giorni insieme al suo staff. Il percorso per il riequilibrio a Messina è iniziato nel dicembre 2012, quando il commissario straordinario Luigi Croce avviò la procedura. Sono passati quasi dieci anni ma non è ancora finita, perché manca il parere della Corte dei Conti siciliana che, se positivo, aprirà la strada all’erogazione del Ministero a saldo fino a 300 euro per ogni abitante.

Il Comune aveva già ottenuto un’anticipazione dal Fondo di rotazione. In questi anni sono state fatte diverse rimodulazioni e molte disposizioni sono cambiate. Prima dell’adozione dell’ultimo Piano, nel novembre 2018, la precedente Amministrazione ha ottenuto dal Governo e dal Parlamento vari interventi di riforma della normativa sul riequilibrio finanziario dei Comuni.

“Grazie a questa iniziativa politica – hanno ricordato l’ex sindaco Renato Accorinti e l’ex assessore al Bilancio Guido Signorino – è stato possibile: rimodulare i piani ‘in itinere’ per le Amministrazioni di nuovo insediamento; restituire capacità di indebitamento per i progetti previsti nel piano; trasformare il ‘fondo di rotazione’ (300 euro per abitante) in risorsa per il pagamento dei debiti del piano; rendere impignorabile questa risorsa e restituirla in venti anziché dieci anni. Infine si è reso possibile lo sblocco del ‘fondo di rotazione’ ancor prima della valutazione della Corte dei Conti”.