Messina

Riqualificazione urbana servono progetti e risorse a Messina

MESSINA – Prioritario negli interventi di rigenerazione urbana non può che essere lo sbaraccamento. Non ha dubbi Salvatore Mondello, assessore ai Lavori pubblici e Pianificazione urbana, che sta seguendo le procedure per attingere alle risorse per interventi di riqualificazione.

La disponibilità finanziaria che viene dai vari bandi non riesce però a soddisfare le esigenze dei territori che devono recuperare decenni di incuria. C’è poi il sistema ingessato della progettazione e degli appalti, incompatibile con i termini stringenti imposti per la presentazione delle domande e l’affidamento dei lavori.

“Stiamo partecipando – spiega l’assessore – a due grossi bandi per la rigenerazione urbana riferita alle baracche, uno già depositato di 45 milioni di euro su tre interventi, l’altro di circa 100 milioni di euro. Quest’ultimo lo presenteremo ad aprile e attore principale sarà la Regione, mentre il Comune avrà il ruolo di soggetto attuatore”.

“Rigenerazione urbana – aggiunge – non significa demolire qualcosa o costruire qualcos’altro. Significa andare a predisporre le reti tecnologiche. Noi abbiamo reti che risalgono agli anni Sessanta, quelle di adduzione idrica del centro urbano per esempio sono ancora più datate. Da un lato c’è la mancata conoscenza delle realtà locali, dall’altra a mio avviso non ci sono i progetti ed è il solito problema. I Comuni, che sono tutti in carenza di personale, non riescono a rispettare i termini stringenti previsti. Anche noi siamo in sofferenza. Bisognerebbe cominciare con il rivoluzionare la Pa inserendo giovani motivati e competenti per gestire le nuove procedure informatiche”.

“Affinché questi provvedimenti abbiano delle ricadute – sottolinea ancora l’assessore – bisogna rivedere l’intero sistema: dalla progettazione ai finanziamenti agli appalti e avere una pianificazione che detti la strategia complessiva. Quando ci fu la stagione dei programmi complessi le regioni virtuose come l’Emilia Romagna, che avevano nei cassetti una marea di Piani particolareggiati e progetti, hanno attinto a piene mani e le cose le hanno realizzate. Anche il sistema degli appalti non è compatibile: siamo bloccati su una semplice demolizione di baracche per un ricorso presentato. C’è adesso un altro bando che scade il 4 giugno del ministero degli Interni che riguarda sempre la rigenerazione urbana e richiede un progetto preliminare, mi sembra una cosa che funziona più per moda che per reale comprensione di quello che comporti. Certo, ben vengano”.

La legge di bilancio 2020 stanzia 8,5 miliardi di euro, che dal 2021 al 2034 finanzieranno la ristrutturazione, la manutenzione e il riuso di aree ed edifici pubblici, la demolizione delle opere abusive, la mobilità sostenibile. Il Dpcm del 21 gennaio definisce i criteri cui i Comuni oltre i quindicimila abitanti dovranno attenersi nel triennio 2021-2023 per richiedere le risorse. La città di Messina potrà beneficiare di venti milioni di euro presentando i progetti entro giugno.

“Sarà un’occasione – spiega Alessandro Geraci, consigliere M5s della III Municipalità – per migliorare il decoro urbano e ambientale di tanti villaggi abbandonati e nel degrado o per il recupero e il restauro di Casa Cammarata”. Geraci invita l’Amministrazione comunale a non perdere questa occasione, attingendo oltre che al triennale delle opere pubbliche anche alle tante delibere esitate dalla municipalità.

Ma le risorse non sono tali da risanare tutte le periferie degradate. “La priorità – sottolinea Mondello – sono le aree baraccate. Ci sono i piani particolareggiati che seppur datati, risalanti al 1994, sono ancora validi, tutto ovviamente declinato dentro una nuova visione di città, con progetti di rigenerazione che stiamo preparando a consumo energetico zero e senza saturare aree con occupazione suolo”.

Per Mondello però bisogna andare oltre le gare pubbliche. “Se non si incentiva il privato con bonus volumetrici – conclude – e attraverso la possibilità di non pagare oneri concessori nella demolizione e ricostruzione, la rigenerazione urbana rimane un fatto campato in aria. Se non si innescano meccanismi virtuosi che invoglino il privato a investire, parliamo del nulla”.