MESSINA – Scienza e arte per analizzare la complessità dei disturbi del comportamento alimentare e spiegare le nuove frontiere della ricerca.
L’approfondimento durante il “Coffee Talk: Art & Neuroscience” che si è tenuto alla Sala Laudamo del Teatro Vittorio Emanuele, nell’ambito della Giornata nazionale del Fiocchetto Lilla e che ha visto una grande partecipazione, soprattutto da parte dei più giovani. L’evento è stato patrocinato dal Comune alla presenza di Alessandra Calafione, assessore alle politiche sociali, e ha fornito spunti di riflessione su un fenomeno che riguarda un numero sempre maggiore di adolescenti, anche se non ci sono dati ufficiali certi a causa del permanere di un enorme sommerso. Gli interventi di esperti, clinici e ricercatori – moderati da Marco Ferrazzoli, dirigente tecnologo del Cnr – si sono alternati alle performance di danza de ‘Le Sorelle’ di Lecce e, con la coreografia di Annamaria De Filippi, delle compagnie “Atto” ed “Elektra”.
Al centro dell’evento il progetto “Arcadia Vr, assistenza e riabilitazione del comportamento alimentare tramite dispositivi basati sull’intelligenza artificiale e sulla realtà virtuale”, finanziato dal Ministero delle imprese e del made in Italy (Mimit), e dai suoi partner quali: Cnr-Irib di Messina, Università Cattolica di Milano, Madre Teresa srl di Lecce, Medilink srl e Sb-Setec spa di Siracusa, in collaborazione esterna con le Aziende sanitarie di Messina, Lecce e Trapani, e il Consorzio Mediterranean Health innovation hub (Mhih).
“Le parole chiave per capire il progetto sono il corpo e la prevenzione” – ha sottolineato Giuseppe Riva dell’Università Cattolica di Milano -. “Il corpo – ha continuato – perché quando parliamo di disturbi del comportamento alimentare, il cibo è lo strumento che si usa per controllare la propria immagine e modificarla. La realtà virtuale consente di creare esperienze immersive che permettono di verificare ciò che si prova come esperienza del corpo. Prevenzione, invece poiché grazie all’intelligenza artificiale, la raccolta dei dati dei pazienti potrà ottimizzare le informazioni per guidare famiglie e pazienti per trattamenti personalizzati”.
Un progetto multidisciplinare che vede coinvolti medici, psicologi e bioingegneri finalizzato a creare psico-tecnologie capaci di integrarsi in percorsi riabilitativi esistenti. “C’è la necessità di fare un lavoro epidemiologico – ha spiegato al QdS Flavia Marino, ricercatrice del Cnr Irib di Messina, psicologa e psicoterapeuta – che avvieremo con questo progetto insieme a dei colleghi di Palermo che si occupano di epidemiologia”. “Faremo un lavoro – ha precisato Marino – sulla scuole secondarie di secondo grado con una somministrazione di questionari per capire qual è la percentuale di incidenza del disturbo ma anche quella delle persone a rischio. Ci sono già dei dati che dimostrano la maggiore predisposizione al problema di chi è vittima di bullismo o ha problemi di dipendenza da alcool e droga”.
Sul progetto ha poi aggiunto: “Abbiamo coinvolto l’Asp di Messina, nello specifico il Cerchio d’Oro, che è già una struttura che da diverso tempo si occupa di disturbi alimentari, soprattutto nella fascia di età adulta; e l’Azienda sanitaria di Lecce che si occupa da tantissimo tempo di cura e ricerca sui disturbi della nutrizione e alimentazione. Coinvolgeremo anche l’Asp di Trapani”. E’ un progetto pilota che apre nuovi scenari. “Arcadia – ha continuato – si occupa di creare nuove strumentazioni tecnologiche che possono integrarsi a percorsi di riabilitazione già esistenti. Cercheremo di lavorare su una realtà virtuale per inserire i pazienti in scenari immersivi soprattutto, nei due problemi principali della patologia. Il primo problema è legato alla anoressia nervosa e alla spercezione corporea quindi attraverso la realtà virtuale la persona si rivedrà in un avatar, vedrà inizialmente quello che percepisce del proprio corpo e poi piano piano vedrà la sua figura reale. La dispercezione corporea è il primo sintomo che compare e l’ultimo ad andare via. L’altro nucleo è quello di un’esposizione graduale al cibo fobico per il profilo di bulimia nervosa”.
“Non ci sostituiamo – ha aggiunto – a quello che è il percorso terapeutico ma ci integriamo. Tra circa sei mesi testeremo questa strumentazione su un’ottantina di pazienti tra Lecce Messina e Trapani che saranno divisi tra il gruppo sperimentale, con cui si utilizzerà questa nuova tecnica, e il gruppo di controllo, che farà il suo percorso tradizionale”. Importante il ruolo dell’IA. “Con l’incorporazione di conoscenza – aggiunge Giovanni Pioggia, ricercatore Cnr Irib – anche dal contesto clinico, l’Ia elaborerà trattamenti personalizzati”.