MESSINA – Le reti idriche non smaltiscono adeguatamente le acque di prima pioggia e i torrenti non riescono a fare scorrere le piene alluvionali. Così il territorio subisce ancora contraccolpi.
Siamo ormai abituati a vedere, dopo piogge intense, intere strade del centro e della zona Nord che si trasformano in laghi. Ma è colpa della pioggia che cade sempre più abbondante in un breve arco temporale o sono i sistemi di smaltimento che non funzionano? La verità, come spesso accade, sta nel mezzo.
Con cinquanta millimetri in due ore si registrano danni sul territorio, dicono gli esperti, con circa trenta millimetri in poche ore c’è il rischio allagamenti. L’alluvione di agosto ha fatto circa venti milioni di euro di danni, concentrati però maggiormente in quattro comuni della zona tirrenica. In città una criticità è rappresentata dal torrente Catarratti, dove ci sono ancora i lavori in corso, e dal torrente San Michele, dove c’è un sistema provvisorio che per sicurezza ne inibisce l’attraversamento a coloro che risiedono nei suoi pressi, che in caso di allerta meteo quindi sono bloccati in casa.
Ma cosa sta facendo questa amministrazione? “Sta affrontando il problema dell’assetto del territorio come attività prioritaria – ha affermato il sindaco Cateno De Luca – anche se ogni aspetto va valutato considerando come lo si è trovato all’insediamento: pianificazione inesistente e nessun cantiere aperto, manutenzione acque bianche assente, di progettazioni cantierabili nemmeno l’ombra. Abbiamo invece già finanziati 7,6 milioni di euro per la manutenzione dei torrenti, 4,5 milioni per la difesa costiera della zona ionica a Sud della città, tre milioni di euro per la manutenzione delle opere di difesa costiera in corso di realizzazione, sei milioni di euro per la difesa delle coste per la zona tirrenica e altre decine di milioni di euro in appalto nei prossimi mesi per sistemazioni idrauliche e consolidamenti”.
Delle reti di raccolta acque bianche si occupa l’Amam con i cinquecentomila euro stanziati, ma saranno un milione e mezzo nel 2021. Per viale della Libertà e via La Farina non basta la manutenzione, ma servono interventi strutturali. In viale della Libertà si crea una palude a causa dello sbarramento creato dalla linea tranviaria. Dovrebbero partire a gennaio, dopo l’autorizzazione di Atm, gli interventi con un sistema di tubi sotto il percorso. Anche per la via La Farina non è bastato pulire i tombini per evitare ristagni. Si dovrà anche in questo caso realizzare grate trasversali di deviazione in via San Cosimo.
Le cause del cattivo smaltimento delle acque piovane in città, secondo Leonardo Santoro, responsabile dell’Ufficio speciale per la progettazione della Regione e commissario straordinario per lo stato di crisi e di emergenza per l’alluvione di agosto, vanno ricercate anche nell’“impermeabilizzazione delle banchine portuali e conseguente innalzamento della falda freatica”, tanto che era stato chiesto all’Autorità di Sistema portuale dello Stretto di provvedere a sopralluoghi subacquei per accertare l’efficace scarico a mare delle condotte idrauliche e del Torrente Pozzoleone lungo il paramento delle banchine portuali e di realizzare “un canale drenante e relativi scarichi a mare esteso a tutta la lunghezza delle banchine portuali di cui è stata accertata la totale sigillatura e occlusione della retrostante falda”.
Il presidente dell’Adsp, Mario Mega, si dice convinto che le nuove banchine siano state realizzate a suo tempo dalla Authority con tutti gli accorgimenti necessari. In ogni caso, afferma di avere attenzionato le ipotesi avanzate “affidando a specialisti dell’Università di Messina la realizzazione di uno studio della idrogeologia dell’ambito interessato per la verifica puntuale delle contestazioni a carico del porto”.
Anche il Comune viene sollecitato da Santoro a provvedere all’abbattimento di tutti gli ostacoli che rallentano il deflusso delle acque e alla rimozione delle occlusioni nei tratti di competenza, con particolare riferimento a Torre Faro e Ganzirri dove persiste il preoccupante sversamento delle acque meteoriche miste a liquami nei pantani della riserva naturale di Capo Peloro.