MESSINA – Potrebbe essere la volta buona e nel 2026 si potrebbe davvero assistere all’inaugurazione della grande infrastruttura. La speranza si riaccende con la ripresa, dopo due anni, dei lavori al Porto di Tremestieri, anche se per il momento c’è stata solo una consegna parziale delle aree di cantiere alla Teodoro Bruno di Capo d’Orlando, che dovrà proseguire e completare i lavori avviati dalla nuova Coedemar.
Bisognerà aspettare circa un mese e mezzo per un riavvio completo, il tempo necessario per liberare le aree impegnate in questo momento in altre attività. Ci vorranno poi 24 mesi per la conclusione e la consegna dell’opera, che oggi è ancora solo al 25% nonostante il cantiere sia stato aperto nel 2018.
L’azienda Teodoro Bruno ha acquisito il ramo d’azienda dalla veneta Coedemar dopo l’intervento del tribunale di Venezia. Lo scorso 30 gennaio era stata definita la cessione, ma sono serviti altri quattro mesi per perfezionare l’iter. Adesso finalmente la conclusione, con la firma da parte del sindaco Federico Basile, del vice Salvatore Mondello e del direttore tecnico dell’impresa, Giuseppe Buzzanca.
“La prima lavorazione che si vedrà sarà a Sud – ha spiegato Buzzanca – sulle opere in cemento armato e il completamento del muro paraonde. Il cantiere si svilupperà anche sulle opere a mare con gli interventi previsti per la protezione a nord con scogliere. Lo Stretto di Messina è un contesto meteo-marino particolare, ci sono attività complesse da fare per le quali ci stiamo attrezzando e organizzando. Nelle prossime settimane ci saranno in cantiere le varie maestranze, non appena saranno svolte le azioni preliminari. Gli operai entreranno in progressione, in funzione delle varie opere, inizialmente saranno venti. Sono tutte fasi che vanno incardinate con una serie di attività per il riavvio progressivo”.
I lavori erano stati consegnati una prima volta a novembre 2018 e sarebbero dovuti durare due anni e quattro mesi e concludersi a marzo 2021. Si sono fermati a maggio 2022 a una percentuale di realizzazione che non arrivava al 30%. Servirà adesso un cambio di passo rispetto al passato. Soltanto così a fine 2026 il nuovo porto potrebbe essere pronto per accogliere tutto il traffico dello Stretto, sia leggero che pesante, liberando il centro città da decenni di schiavitù di attraversamento.
Il sindaco Federico Basile è più prudente e spera che a fine mandato possa tagliare il nastro. “Si tratta certamente di un’opera strategica – ha dichiarato – pensata alcuni decenni fa per eliminare il problema del traffico gommato in città e che purtroppo ha subito una serie stop. Finalmente si riparte, ci sono volute interlocuzioni con i vari Enti per reperire i fondi, ricordiamo che il Comune è stazione appaltante senza portafoglio. Mi auguro che entro fine mandato, fra tre anni, i lavori saranno conclusi”.
Per sbloccare l’impasse, la Regione siciliana ha assicurato i 19 milioni necessari a completamento degli altri finanziamenti: 15 milioni dall’Autorità portuale e 7 dal ministero delle Infrastrutture. Sono, infatti, 41 i milioni di differenza rispetto all’appalto originario, il cui costo è lievitato da 72 a 113 milioni. I 19 milioni sono all’interno dei Fondi di sviluppo e coesione 2021/2027 per la Sicilia.
Il vice sindaco Salvatore Mondello ha sottolineato al QdS come i 41 milioni siano stati integrati principalmente da Adsp dello Stretto e Regione Sicilia, solo in minima parte dal ministero delle Infrastrutture. All’Autorità di sistema portuale un anno fa era stato revocato il finanziamento di 17 milioni perché i lavori per quella tranche dovevano essere completati entro il 31 dicembre 2022, ma così non è stato. L’Adsp con l’allora presidente Mario Mega aveva però confermato l’impegno, attingendo dai fondi di bilancio dell’Ente.