Ventisette anni. Tanti ne sono trascorsi dall’inizio dei cantieri per la realizzazione degli svincoli autostradali di Giostra – Annunziata, l’ultima uscita cittadina possibile in tangenziale per chi imbocca la A20 in direzione Palermo. Un’opera tanto impattante per la viabilità cittadina da essersi resa necessaria nel suo completamento anche in rapporto al progetto del ponte sullo Stretto. Da quel momento, un costante rimpallo di responsabilità, aggiornamenti normativi, incartamenti che passano dagli uffici del genio civile a quelli palermitani delle Opere Pubbliche. Il risultato resta sempre lo stesso: l’ennesima incompiuta per la città dello Stretto, che negli anni sembra quasi ormai essersi rassegnata a un desolante leitmotiv. Eppure, quando lo scorso agosto e con oltre sei anni di ritardo sono stati completati i lavori sul viadotto Ritiro, gli abitanti della zona nord di Messina avevano tirato un lungo sospiro di sollievo per estati rese infuocate non solo dall’afflusso di turisti che intasavano una rete autostradale segnata da costanti restringimenti e deviazioni, ma anche per le code in direzione delle stesse case al mare di gran parte dei messinesi dislocate tra i comuni della fascia tirrenica. Un passaggio necessario per poterle raggiungere erano, appunto, il viadotto Ritiro e la pressoché seguente galleria Telegrafo. E se la viabilità dell’intera città è tornata a respirare con la riapertura integrale del viadotto, per i cui lavori di messa in sicurezza ha perso la vita anche uno degli operai impegnato nei cantieri, il progetto complessivo non è ancora in realtà stato terminato.
Il progetto prevedeva, oltre alla realizzazione delle rampe dello svincolo che avrebbero condotto al viale Giostra, anche quella dei viadotti “O” e “P” che avrebbero consentito un collegamento diretto con la galleria San Jachiddu e, di conseguenza, il viale Annunziata. Proprio questi ultimi, dalla loro ultimazione non sono mai stati utilizzati perché dichiarati pericolosi e inagibili.
Nonostante le numerose promesse e i finanziamenti statali, i cantieri sono rimasti bloccati per decenni e, ancora oggi, nonostante le dichiarazioni ottimistiche rilasciate lo scorso anno proprio ai microfoni del Quotidiano di Sicilia dagli amministratori locali, non c’è una data certa per la ripresa dei cantieri e il ritorno alla normalità. Tre le principali inaugurazioni (2013, 2017 e 2019) che hanno riguardato gli svincoli in questione, ma mancano ancora all’appello i viadotti “O” e “P” per un collegamento diretto con la galleria San Jachiddu, già ridotta a un colabrodo e che nel frattempo il Comune è costretto a chiudere spesso e volentieri per opere di manutenzione straordinaria necessarie per la presenza di una falda acquifera proprio nei pressi della via di collegamento diretta. L’ultima relazione in ordine temporale commissionata nel 2020 da palazzo Zanca alla FIP MEC, impresa esterna specializzata per valutare la possibilità di aprire i due viadotti, ha dato esito negativo. Il rilevamento dell’ispezione si può sintetizzare così: i viadotti sono inutilizzabili a causa di problemi strutturali. “Alcune anomalie individuate compromettono il corretto funzionamento dell’impalcato, specialmente sotto azioni sismiche”, aveva confermato al QdS anche il vicesindaco di Messina, Salvatore Mondello. Poi gli incartamenti hanno preso la strada di Palermo e, da lì, silenzio.
La storia dei lavori degli svincoli risale alla fine degli anni ’90, quando fu concepita la necessità di alleggerire il traffico sulla tangenziale attraverso nuove vie di collegamento. Da allora, il progetto ha subito innumerevoli battute d’arresto. Tra problemi di finanziamenti, complicazioni tecniche e lungaggini burocratiche, il completamento degli svincoli appare ancora un obiettivo lontano. Nonostante l’importanza strategica per il collegamento tra il versante di Giostra e quello dell’Annunziata, di cantiere neppure a parlarne. Nel 2021 il Comune era pronto all’apertura di tutti i viadotti dello svincolo dopo le opportune verifiche del RUP del 2009, ma la relazione richiesta alla FIP MEC ha evidenziato importanti problemi strutturali e bloccato tutto. Nonostante le verifiche eseguite nel 2009 dall’ingegnere Ferdinando Corriere, che ha dato l’ok per il collaudo statico, la struttura non è adeguata agli standard di sicurezza attuali.
Nel frattempo, quell’area di mezzo in cui a vigilare sono rimasti solo i jersey di plastica, sovente distrutti da indisciplinati automobilisti, di anno in anno piomba sempre più nel degrado mostrando una pessima immagine ai turisti che sbarcano dai traghetti e imboccano l’autostrada in direzione Palermo proprio dal viale Giostra. E anche se il viadotto è ora operativo, la sua efficienza è compromessa dall’assenza di connessioni dirette con le aree limitrofe. Per dei “lavori in corso” evidenziati anche dalla segnaletica orizzontale, tracciata in giallo tra la galleria Telegrafo, il viadotto Ritiro e lo svincolo di Giostra.
Come richiesto dal Comune di Messina, nel 2023 il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti (Mit) ha stanziato ulteriori 5 milioni di euro per il completamento degli svincoli, ma a una condizione: il Provveditorato alle Opere Pubbliche avrebbe assunto il controllo del progetto per cercare di accelerare i tempi e garantire il completamento dell’opera. Da allora, i lavori sono rimasti inspiegabilmente fermi.
Nonostante le risorse disponibili e l’attenzione delle istituzioni proprio per l’importanza strategica in ottica ponte sullo Stretto, il cantiere non è più ripartito. Le cause di questo ennesimo blocco non sono state chiarite in maniera ufficiale, ma le ipotesi spaziano dalla mancanza di coordinamento tra gli enti coinvolti a nuove difficoltà tecniche emerse durante l’ultima fase del progetto.
Eppure, nel corso di tutta l’estate, proprio sui viadotti “O” e “P” sono stati effettuati svariati saggi per comprendere lo stato degli impalcati ed eventuali aggiornamenti strutturali da considerarsi come necessari per una definitiva messa in sicurezza e una apertura a un transito veicolare che pare ancora di là da venire. Della vicenda si era interessato in prima persona anche il senatore in quota Lega, Nino Germanà: stanziamento a parte, al momento non ci sono novità nel merito del progetto.
La speranza è che le risorse stanziate e il controllo del Provveditorato possano finalmente sbloccare la situazione, restituendo alla città una tangenziale funzionale ed efficiente, almeno per la zona nord. Ma la domanda che in molti si pongono è: quanto ancora dovranno aspettare i messinesi?
Iscriviti gratis al canale WhatsApp di QdS.it, news e aggiornamenti CLICCA QUI