Messina

Messina, il nuovo terminal crocieristico è un miraggio: ecco perché

Impantanato tra ricorsi, prezzi non più adeguati e ditte che rinunciano. Il nuovo terminal crocieristico a Messina è ancora un miraggio mentre la città dello Stretto è meta sempre più privilegiata delle grandi compagnie. In questi giorni il molo è affollato di turisti che trovano ad accoglierli un terminal non certo all’altezza del grande flusso.

Tutto ancora da rifare

L’Autorità di sistema portuale dello Stretto sta valutando se aggiornare il progetto e riproporre la gara o se anticipare la gara per la concessione e chi se l’aggiudica realizzerà le opere oltre a gestire la struttura. “Vediamo di recuperare un po’ di tempo perso” dice il presidente dell’Adsp Mario Mega ma di tempo da quando è stato pensato questo progetto ne è trascorso veramente tanto.

A dicembre 2020 era stato detto: ”La firma del contratto a gennaio e in primavera l’avvio dei lavori”, ma adesso sembra tutto da rifare. L’appalto dopo 15 sedute di gara era stato aggiudicato ad una Rti con capogruppo la Igc Spa, impresa della provincia di Catania, con un ribasso del 27,33% su un importo a base d’asta di circa 5 milioni 300mila euro. Il raggruppamento temporaneo di imprese si era impegnata a consegnare l’opera entro 198 giorni dalla data del verbale di consegna.

L’iter per la progettazione

Il lungo iter per la progettazione era iniziato nel 2014 e concluso nel 2018 con la consegna all’Autorità Portuale degli elaborati esecutivi dalla Milan Ingegneria che ha lavorato al progetto insieme alla società Ottavio Di Blasi & Partners e allo Studio geologico Graziano-Masi. Un progetto che all’avvio del cantiere andava comunque rivisto essendo emerse nel frattempo nuove esigenze infrastrutturali legate anche alla pandemia.

Secondo il progetto andato in gara ma che in ogni caso subirà modifiche, si prevedeva una struttura ad un solo piano, in acciaio, vetro e legno, su una superficie di circa 1800mq con una copertura ondulata. La progettazione era stata orientata alla sostenibilità e al risparmio energetico attraverso pannelli solari,  coibentazioni e ventilazione naturale,  integrati da sistemi tradizionali. La distribuzione modulare rendeva flessibile l’uso degli spazi in funzione dei flussi dei passeggeri..

Abbiamo chiesto a Mario Mega, presidente Adsp dello Stretto, di spiegare perché non è stato possibile far partire i lavori di un opera così strategica. GUARDA IL VIDEO.

                                                                                                   Lina Bruno