MESSINA – Un rilancio della città attraverso le grandi opere infrastrutturali. Ci sono 166 cantieri per quasi 500 milioni di euro che devono essere avviati entro dicembre 2021 e che bisogna trasformare in opere entro il 2023.
È il cronoprogramma che il sindaco Cateno De Luca ha imposto ai Rup per dare certezza di spesa alla mole di finanziamenti assegnati che rischiano, in parte, di svanire se non vengono monitorate tutte le procedure che consentono di rispettare i tempi imposti dai regolamenti comunitari.
Questo lavoro è stato fatto negli ultimi due anni attraverso una banca dati che l’assessore Carlotta Previti ha predisposto con il Ced, mettendo a sistema e sotto controllo, insieme agli altri assessori, i finanziamenti avuti e quelli che nel frattempo sono arrivati. La maggior parte delle risorse, il 95/%, provengono da fondi europei e circa il 4% dal bilancio comunale.
Di questo Piano straordinario “Riparte Messina”, sono stati aperti 22 cantieri per oltre 65 mln di euro ed entro la fine del 2020 ne verranno avviati altri 95 per oltre 60 mln. La consegna degli ultimi 49 dovrà avvenire entro dicembre 2021. Dei 166 cantieri 14, per oltre 10 mln di euro, riguardano la Città Metropolitana con interventi per la sicurezza di strade provinciali e istituti scolastici.
Il primo cittadino, con questo monitoraggio, illustrato nel giorno del suo rientro al Comune dopo due mesi di assenza per motivi personali, ha un po’ anticipato i contenuti della relazione sui suoi due anni a Palazzo Zanca e che presenterà nei prossimi giorni. I toni di De Luca sono quelli di sempre e sembra che alla fine siano “graditi” se al Governance Poll del Sole 24 Ore risulta al secondo posto.
Il primo cittadino ha attaccato i componenti della precedente Giunta per gli errori commessi nelle procedure per la realizzazione di opere come via Don Blasco e porto di Tremestieri, “sbloccate- ha sottolineato De Luca- solo dopo il nostro insediamento”.
Un attacco anche ai dirigenti e Rup che avevano dichiarato di non riuscire a rispettare le scadenze imposte nei cronoprogramma per problemi organizzativi. “La scarsa capacità a recepire i vincoli imposti dai programmi, il mancato rispetto dei tempi e la dilatazione delle fasi della progettazione, le gare e le sottoscrizioni dei contratti, hanno indotto questa Amministrazione- ha detto De Luca- a disciplinare in modo uniforme le procedure per controllare l’avanzamento e lo stato di attuazione dei singoli interventi.
Gli strumenti messi in campo sono un software di controllo della spesa e di monitoraggio sulle scadenze e un modello di conferimento incarico ai Rup che obbliga i responsabili del procedimento a relazionare mensilmente tramite il software. Il mancato raggiungimento degli obiettivi, senza giustificato motivo, comporterà l’adozione immediata di azioni correttive e il perdurante inadempimento in merito alla scadenze indicate nel cronoprogramma porterà alla revoca dell’incarico con perdita del compenso incentivante e la segnalazione alla Corte dei Conti”.
Oltre a Comune e Città Metropolitana tra i soggetti attuatori dei 166 interventi ci saranno anche Atm, Amam ed il Commissario straordinario per il dissesto idrogeologico. Oltre la via Don Blasco e Porto di Tremestieri tra i 126 cantieri del Comune ci sono quelli aperti per la messa in sicurezza delle scuole mentre si stanno programmando azioni per l’efficentamento energetico ed i lavori per la pulitura dei 72 torrenti.
Ci sono oltre 36 milioni che Atm utilizzerà per la manutenzione della linea tramviaria, per la modifica del percorso e per il ripristino di tutti e 15 le vetture. I dieci cantieri di Amam per quasi 18 milioni di euro riguardano tra l’altro gli interventi per la condotta fognaria Cassina, per il serbatoio Montesanto, la mitigazione delle vulnerabilità del Fiumefreddo la ricerca di nuove fonti di approvvigionamento idrico ed il revamping di digestore anaerobico del depuratore di Mili e del San Saba.