Messina

Messina, viadotto Ritiro, nuovo stop e futuro nebuloso

MESSINA – Un’opera con cantiere bloccato, un’azienda in difficoltà, un Ente da anni all’attenzione per le sue molteplici criticità. Sono i protagonisti di una storia non tanto nuova nel panorama messinese delle opere pubbliche, dove il capitolo finale, quello dell’inaugurazione definitiva, è sempre da riscrivere.

Secondo l’ultimo cronoprogramma il Viadotto Ritiro doveva essere completato entro marzo 2023, la previsione all’avvio del cantiere nel 2016 parlava di taglio del nastro ad agosto 2018. Adesso siamo a una realizzazione di circa il 90% con l’annuncio della Toto Costruzioni, arrivato alcuni giorni fa, del blocco dei lavori. Una notizia non così inaspettata, visto che nei mesi scorsi la ditta aveva ammesso la necessità di una “riorganizzazione” del lavoro e rilevando ritardi da parte del Cas, nel pagamento delle fatture; cosa questa non chiarita in quel momento fino in fondo mentre il Consorzio rilevava la regolarità dei versamenti sull’avanzamento lavori.

Il viadotto Ritiro rappresenta una tra le opere più complesse e imponenti avviate in Italia, del valore di quasi 60 milioni di euro, il cui progetto prevede il suo adeguamento statico e il miglioramento sismico con la completa demolizione e ricostruzione degli impalcati. La Toto Costruzioni ha spiegato che non riceve il saldo dello stato di avanzamento lavori dallo scorso luglio. Da novembre in poi sono state inviate tre note per avere riscontro sulle somme maturate senza ottenere alcuna risposta. Si tratta di poco meno di 6 milioni di euro, compresi 1,3 milioni di euro per la realizzazione del bypass Baglio, necessario per l’ultimo 10% mancante. I vertici dell’azienda, poi, hanno sottolineato come ci siano altre imprese che lavorano con il Cas che hanno analoghi problemi con il saldo delle fatture.

Il ministero delle Infrastrutture ha trasferito da qualche giorno ad Autostrade siciliane le prime risorse a copertura dell’aumento dei prezzi dei materiali. Si tratta di circa 5 milioni di euro che riguardano il primo semestre del 2022. Il Cas ha ammesso di aver avuto difficoltà ma ora si dice pronto a pagare “solo che – ha rilevato il presidente di Autostrade siciliane Filippo Nasca – la Toto Costruzioni non ha il documento di regolarità contributiva in ordine e per questo non possiamo saldare”. La Toto ha ribattuto sostenendo che il problema del Durc è delle ultime settimane mentre le pendenze risalgono a mesi fa.

In ogni caso lo stop all’opera significa prolungare ancora i disagi nella mobilità che il territorio ha vissuto in questi anni, come ha rilevato il sindaco Federico Basile, e che toccano altri comuni oltre Messina. Ma ci sono ulteriori effetti. Ivan Tripodi, segretario generale della Uil Messina, e Pasquale De Vardo, segretario generale Feneal Uil tirrenica hanno parlato dei risvolti di carattere sociale, visto che ci sono cinquanta lavoratori che rischiano il licenziamento.

“Una crisi annunciata – hanno sottolineato i sindacati – che si riverbera pesantemente sui lavoratori, i quali, allo stato, – dicono – attendono il pagamento di due mensilità arretrate. E poi ci sono i disagi alla viabilità cittadina e alla qualità della vita dei messinesi. Quanto accaduto è inammissibile e carica di responsabilità il Cas che deve dare risposte chiare e precise”.

Sulla stessa linea Mario Mancini, segretario della Fillea Cgil, che ha ricordato come la Toto a ottobre avesse avviato una procedura di licenziamento collettivo poi sospesa in attesa di riscontri: “Samo preoccupati perché è a rischio il completamento di un’opera importante. Ci attiveremo con il Cas per capire la situazione del cantiere e tutelare i lavoratori”.

Sulle responsabilità del Consorzio autostrade ha messo ancora di più l’accento la Cisl: “La nostra preoccupazione – hanno affermato il segretario Antonino Alibrandi e il rappresentante della Filca Nino Botta – non è soltanto per cinquanta dipendenti ma per tutta la forza lavoro che comprende circa 1.200 unità sui vari cantieri del territorio nazionale. Siamo dell’idea che ogni azienda deve rispettare i diritti delle proprie maestranze, ma bisogna anche tenere conto che molto frequentemente le crisi aziendali derivano da committenze che non rispettano il pagamento degli stati di avanzamento lavori. Bisogna prendere atto di un comportamento non proprio lineare di Autostrade siciliane nei confronti della Toto e di tutte le altre imprese che operano per lo stesso Consorzio. Sulla regolarità contributiva, va ricordato ai vertici del Cas che l’azienda deve essere in ordine alla presentazione degli stati di avanzamento lavori e delle fatture e non sei mesi dopo la scadenza del pagamento delle quietanze”.