“Il Metaverso è un concetto del quale sappiamo spaventosamente poco”. Alzi la mano chi, di questi tempi, non si è imbattuto almeno una volta nella vita in questa inquietante (e allo stesso tempo curiosa) frase oggetto di svariate ironie sul web e non solo.
Che poi in realtà la citazione “originaria” – derivante dal noto cine-comic “Spiderman: No Way One” del 2021 – farebbe riferimento alla definizione di multiverso, ma poco cambia. Di Metaverso si parla e tanto ormai da alcuni anni, soprattutto da quando Mark Zuckerberg ha re-brandizzato la sua Facebook Inc. con l’iconico Meta, lasciando intendere chiaramente su cosa ha indirizzato il futuro della sua multimilionaria azienda.
Di ciò che ne consegue dobbiamo imparare a farne il prossimo passo delle nostre vite sempre più “virtuali”. Il Metaverso infatti, com’è ormai noto, in sostanza altro non è che una complessa rete di mondi che si espande in tempo reale creando più identità – e appunto, universi – in una dimensione virtuale.
Qualunque cosa ciò significhi, il concetto è più o meno chiaro ormai a tutti noi. Ma oggi siamo già arrivati oltre la semplice definizione. I Metaversi esistono e stanno gradualmente rivoluzionando le nostre vite, compresa la nostra socialità e i “passaggi” che compiamo.
C’è già chi, ad esempio, ha svolto la propria seduta di laurea all’interno di un sistema di Metaverso. È il caso di Matteo Catania, studente prima e oggi dottore in Scienze Politiche laureatosi alcuni mesi fa all’UniCT. La sua è stata la quarta laurea in assoluto in Italia a svolgersi contestualmente in presenza – nei locali del suo dipartimento – e nel Metaverso, attraverso un omonimo avatar e un relativo “pubblico virtuale” che ha potuto seguirlo da lì. Una storia già raccontata e che almeno per il momento ha destato grande curiosità.
Ma il futuro è destinato a catapultarci in un’epoca – ancor più vicina di quello che immaginiamo – in cui tutto ciò sarà assolutamente normale. Proprio per questo, nel nuovo appuntamento di Innova Jobs, assieme a Matteo abbiamo deciso di raccontarvi tutte le implicazioni che il Metaverso offre nel mondo del lavoro e della didattica. Da appassionato, esperto e “testimone”, Catania ci ha spiegato come questa tecnologia sta già rivoluzionando le nostre vite.
“L’idea nasce da un consiglio del prof. Rosario Faraci (Docente di Economia e Gestione delle Imprese al Dipartimento di Economia e Impresa, ndr) al termine di un progetto che avevamo sviluppato insieme sugli NFT“, esordisce Matteo Catania raccontandoci come si è creata l’opportunità del metaverso. “Lavorando insieme con il professore e gli altri colleghi nel Netaverso, infatti, ho capito quanto questo strumento potesse essermi utile anche per coinvolgere alcuni soggetti fisicamente lontani da me nel mio progetto di tesi”.
La marcia in più di Catania è stata infatti quella di poter rendere partecipi al 100% i docenti e i ricercatori (anche stranieri) che aveva menzionato nel suo lavoro: “Molti di loro non solo hanno potuto essere presenti alla mia seduta, ma potevano consultare, modificare o intervenire in tempo reale sul mio stesso elaborato”. Fra le tante possibilità offerte, nel suo caso il Metaverso ha quindi ha avuto una funzione di ‘eco‘ ma soprattutto di vero e proprio strumento di condivisione del lavoro, riferito in questo caso alla tesi redatta.
Rimanendo sul sistema scolastico e universitario, tutti noi in questi anni abbiamo scoperto i vantaggi, ma anche limiti, che la didattica a distanza ha portato. Ma quando si tratta di Metaverso, anche da questo punto di vista, il futuro potrà essere totalmente diverso: “L’erogazione didattica di un Metaverso o una realtà aumentata è una possibilità che va assolutamente sfruttata. Oltre ad assistere a una lezione, un seminario, o come nel mio caso a una seduta di laurea, questi sistemi permettono di interagire e partecipare alla vita universitaria in un modo che non può essere replicato neanche in presenza”, aggiunge Matteo.
“Il rapporto studente-docente assume una forma totalmente diversa rispetto a come siamo tradizionalmente abituati a intenderlo. C’è la possibilità di apprendere un concetto e di applicarlo in tempo reale in modo pratico”. Per fare un esempio, è realistico che uno studente di ingegneria edile possa apprendere come si costruisca un edificio e nel mentre realizzarlo dentro un Metaverso, mentre ne sta seguendo passo dopo passo la spiegazione.
Com’è noto, il Metaverso rappresenta una totale innovazione della concezione stessa che oggi abbiamo di molte professioni. Grazie a esso, un medico può operare un paziente con modalità avanguardistiche, un imprenditore può ‘fare rete’ in tutto il mondo, un avvocato può accedere a risorse legali infinite, e così via: “Attraverso il metaverso, molte delle sperimentazioni che oggi possiamo solo immaginare, possono diventare velocemente realtà. È una rivoluzione che investe praticamente tutti i settori: di conseguenza, sono sicuro che già adesso c’è bisogno di nuovi professionisti”.
La strada non può che essere aperta ai più giovani: “Sia in contesti privati che aziendali, noi che viviamo questa nuova epoca ne verremo sicuramente coinvolti”. Ma attenzione a conoscerne bene ‘le regole‘, ci ricorda Matteo Catania: “Naturalmente le opportunità sono parecchie, si guarda all’innovazione ma dobbiamo stare attenti anche a leggerne bene le istruzioni, diciamo. È una realtà che diventerà quotidiana per i nostri figli e i nostri nipoti, ma è un qualcosa che va regolamentato e che è naturale che oggi si contrapponga a una certa resistenza da parte di chi non lo sa comprenderlo”.
Insomma, anche nel caso del Metaverso il famoso ‘maneggiare con cura’, torna consiglio utile. L’alternativa a un futuro privilegiato è infatti che quello “spaventosamente poco”, tanto ironico quanto assolutamente inquietante, un giorno potrebbe allontanarci dalla vera realtà.