CATANIA – L’infrastruttura è una di quelle che procedono più speditamente ed è senza dubbio strategica. Consentirà di abbattere il traffico veicolare molto intenso ed evitare l’ingresso in città di molte automobili, fornendo nel contempo una valida alternativa pubblica al mezzo privato, nonché di abbattere le emissioni inquinanti. Eppure, la sua realizzazione comporterà alcune scelte inevitabili, su cui si sta scatenando un dibattito che assume contorni sempre più accesi.
Stiamo parlando della metropolitana e, in particolare, della tratta che dovrà essere realizzata nell’immediato futuro e che, una volta completata, porterà i treni da Catania fino a Paternò. I lavori dovrebbero partire a breve come conferma il direttore generale della Ferrovia Circumetnea, Salvatore Fiore, e questo comporterà la chiusura del tratto che attualmente è coperto dal treno, la famosa Littorina che, per questo, nel tratto in questione verrà dismessa.
Una decisione “inevitabile” secondo Fiore per consentire l’esecuzione dei lavori e che diventerà definitiva una volta realizzata la tratta della metropolitana. Aspetti questi che non piacciono a molti, preoccupati dell’alternativa al treno che ovviamente viaggerà su gomma e che additano come miope la scelta di dismettere una parte della storia di questa città e un’attrazione turistica di richiamo. Il suo tracciato, infatti, è realizzato per gran parte alle pendici e sui fianchi dell’Etna dove il treno si “arrampica” fino alla stazione di Maletto per poi riscendere verso il mare.
Il timore dunque è duplice: da una parte la lunga interruzione della tratta comporterà inevitabili disagi per chi la utilizza per spostarsi per lavoro o per studio, dall’altra inquieta i moltissimi affezionati alla Fce che la ritengono un mezzo storico bello, a basso impatto e unico per ammirare le bellezze incredibili della provincia etnea e dell’Etna.
Ed è su questo aspetto che l’ingegnere Fiore vuole eliminare ogni dubbio. “La Littorina non sarà dismessa – dice -: durante l’esecuzione dei lavori sarà sostituita dagli autobus, come ha fatto Rfi in occasione dei lavori del raddoppio ferroviario per Catenanuova, mentre la Littorina continuerà a viaggiare, ma da Paternò”. Il servizio non partirà più da Catania, dunque, ma dalle stazioni che non saranno coperte dalla linea metropolitana, quindi Paternò oppure Adrano, se la tratta riuscirà ad arrivare fin qui. Quanto a mantenere entrambe i treni, in superficie e sottoterra, evitando la dismissione di una parte del tracciato della Littorina, Fiore non ha dubbi.
“Sarebbe una cosa assurda – afferma -. Non sarebbe affatto vantaggioso mantenere entrambi i mezzi: il rischio è che nessuno la prenderebbe, se non i turisti. Occorre invece rimodernare, come avvenuto in centro a Catania, in piazza Lincoln ad esempio, o in Corso delle province: la trasformazione è necessaria non solo per efficientare il trasporto pubblico – sottolinea – ma anche per garantire un futuro all’azienda che vuole avere un ruolo di sistema del trasporto pubblico e rappresentare un’asse di penetrazione in città”.
Fiore evidenzia infine come, al termine dei lavori, nel 2026, la nuova metropolitana riuscirà a intercettare una quantità di pendolari tali da abbattere il numero delle auto pronte ad entrare in città. Una delle questioni fondamentali per Catania, tra le città con più automobili in circolazione.