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Il progetto del 112 del mare per evitare stragi di migranti, ecco di cosa si tratta

Presto potrebbe esistere un “112 del mare“: è quanto previsto dal progetto Dispositivo interministeriale integrato per la sicurezza marittima (Diism), tra gli argomenti di conversazione durante il Consiglio dei Ministri previsto oggi a Cutro.

La gestione del fenomeno migratorio e la “svolta” prevista nelle politiche del Governo Meloni sull’argomento sono i temi principali di questo Cdm, che si tiene stamattina nel luogo dove – nella notte tra il 24 e il 25 febbraio scorso – si è consumata l’ennesima tragedia in mare. Strage che ha riacceso una polemica mai del tutto sopita e tema di scontro frequente tra le forze politiche italiane e internazionali.

Cos’è il “112 del mare” e come funziona

A evidenziare i dettagli di questa nuova possibile misura per garantire la sicurezza dei migranti ed evitare stragi come quella avvenuta al largo delle coste calabresi è “Il Messaggero”. Il Diism non è un progetto nuovo: risale infatti al 2007, ma adesso potrebbe diventare effettivamente operativo e assumere una nuova rilevanza nella gestione dei flussi migratori e soprattutto delle emergenze in mare.

Il “112 del mare” consisterebbe in una centrale operativa della Marina Militare con continue segnalazioni delle navi italiane e delle imbarcazioni lungo le coste del Paese. L’obiettivo del Diism sarebbe coordinare tutti i Ministeri con delega marittima e organi delle forze di soccorso come Guardia di Finanza e Guardia Costiera. Naturalmente, rientrerebbe nelle attività del Dipartimento anche la gestione degli S.O.S. ed eventuali alert di Frontex, in collaborazione anche con il Cise e con la rete Ue dedita al monitoraggio delle aree marittime.

Il servizio includerebbe la realizzazione di un’utenza telefonica di emergenza per soccorsi nelle mani della Marina Militare.

Il Dl Cutro

Non solo “112 del mare”. Al centro del Consiglio dei Ministri di Cutro c’è l’approvazione di un Dl in 10 articoli interamente dedicati alla gestione dei migranti. Tra le misure previste, si evidenziano:

  • La “stretta” sui trafficanti di esseri umani, con pene fino a 16 anni e a 30 per chi provoca la morte di persone in mare (come nel caso di Cutro).
  • Potenziamento dei centri rimpatri, con la possibilità di nomina in caso di malfunzionamento;
  • Decreto flussi esteso a 3 anni;
  • Misure per la semplificazione e accelerazione delle procedure di rilascio del nulla osta al lavoro;
  • Potenziamento della sorveglianza in mare, con il coinvolgimento anche di navi da guerra. La sorveglianza viene prevista, “compatibilmente con i preminenti compiti militari”, anche “ai Comandanti delle navi da guerra al di fuori delle acque territoriali e dell’area di mare internazionalmente definita come zona contigua”.