Fa ancora discutere lo sbarco di 262 migranti arrivati nelle scorse ore nel porto di Catania. Si tratta del quarto arrivo nel giro di poche settimane. Resta aperto, in città, il dibattito riguardo al tipo di apertura che il capoluogo etneo offre nei confronti di chi lascia la propria terra natia in cerca di fortuna.
La scorsa settimana il Comune e la Prefettura del capoluogo etneo hanno spostato il luogo d’accoglienza dal palazzetto dello sport Luciano Abramo di piazza Spedini all’ex hub vaccinale a San Giuseppe La Rena.
Qui è alloggiata al momento buona parte dei migranti. La struttura è attualmente presidiata all’ingresso dagli agenti della Polizia di Stato e della Municipale. Essa viene ritenuta certamente più adeguata rispetto alla precedente e l’assistenza ai migranti da parte di carabinieri, Esercito e Croce Rossa viene riservata nel migliore dei modi.
Il presidente del comitato provinciale della Croce Rossa di Catania, Stefano Principato, ha raccontato come si sono svolte le operazioni di soccorso al momento dell’arrivo della petroliera al porto di Catania. Lo stesso ha poi posto l’attenzione sugli stati d’animo dei profughi, una volta giunti nel capoluogo etneo.
“Le operazioni – ha detto Principato – si stanno svolgendo al solito modo, con la fornitura per loro di tre pasti al giorno e con lo svolgimento di attività ludiche e sportive nei momenti conviviali”.
“Abbiamo inoltre messo a loro disposizione un servizio di wifi per dargli la possibilità di mettersi in contatto con le loro famiglie e forniamo a loro anche le coperte e il vestiario. Al momento del loro arrivo, date le temperature basse, gli abbiamo dato anche un the caldo e le calzature”.
Nei loro volti si notava lo stress e questo è comprensibile perché vogliono continuare il loro percorso dopo aver attraversato in lungo e in largo il mare”.
Sono già 110 i migranti che ieri sono stati collocati in altre strutture. Oggi sono previsti nuovi collocamenti, con la Prefettura di Catania che rimane in stretto contatto con il Ministero dell’Interno per stabilire di volta in volta le destinazioni.