Catania sembra il centro del mondo in questo momento ed è per il dibattito sulla “questione migranti“, che ruota attorno ai casi di Geo Barents e Humanity 1. Mentre il “botta e risposta” politico continua, il dramma in mare non si ferma.
Non ci sono solo Geo Barents e Humanity 1. Anche Ocean Viking (ancora in acque internazionali) e Rise Above di Mission Lifeline si trovano al largo delle coste siciliane alla ricerca di un porto sicuro. Continuano senza sosta i soccorsi in mare, ma l’attenzione in questo momento è interamente focalizzata sul dibattito e sulle varie voci politiche.
Angelo Bonelli, co-portavoce di Europa Verde e deputato di Alleanza Verdi-Sinistra, è arrivato al porto di Catania per seguire la questione. “I naufraghi vanno soccorsi come stabilito dalla Convenzione Sar che impone un preciso obbligo di soccorso e assistenza delle persone in mare e il dovere di sbarcare i naufraghi in un porto sicuro”, ha dichiarato.
“Sono esseri umani, non un carico residuale“, ha aggiunto. Appena arrivato al porto di Catania, Bonelli ha postato anche un’immagine della situazione a Catania: “Mani che chiedono aiuto”.
Le autorità hanno autorizzato – si ricorda – solo lo sbarco di fragili, donne incinte, nuclei familiari con minori. Uno “sbarco selettivo” che ha incontrato l’opposizione sia dalle autorità europee (Francia e Germania, in particolare) che delle associazioni per i diritti umani e della Cgil siciliana.
C’è chi, però, nel dibattito sui migranti assumono una posizione più concentrata sulla questione politica che su quella umana. Tra loro anche il vicepremier Matteo Salvini, che commenta: “L’immigrazione va controllata e regolamentata, si torna all’applicazione della norma che prevede che una nave che porta un bandiera tedesca sbarca in porto tedesco, quindi se ne deve fare carico”.
Il leader della Lega chiede anche un intervento immediato dell’Ue, come il ministro Musumeci. “In Europa bisogna tornare ai ricollocamenti e alla redistribuzione“, ribadisce. Posizione vicina a quella dell’ex governatore Nello Musumeci, che in un’intervista a “Il Messaggero” ha affermato: “Battono bandiera tedesca, si rivolgano a Berlino”.
Sposando la posizione del Governo Meloni, Musumeci ha affermato: “Chi si trova in difficoltà in mare va sempre soccorso, ma una nave è un pezzo di Stato. E la legge impone a quello Stato di farsi carico di chi ha soccorso”.
“Il ministro Piantedosi in Cdm ha illustrato la linea, approvata all’unanimità. I casi umani dei fragili saranno sempre tenuti in considerazione, ma la nave che batte bandiera tedesca ha il dovere di chiedere al Governo tedesco di prendersi in carico quei migranti”. Questo è il commento di Nello Musumeci alla politica scelta dal ministro Piantedosi.
Le Ong, però, non ci stanno. E Humanity 1, ancora al porto di Catania con 35 delle 179 persone soccorse, presenterà al Tar del Lazio un ricorso contro il decreto del Governo italiano. Il comandante ha rifiutato anche l’ordine di lasciare il porto di Catania.
“Riportare indietro le 35 persone a bordo di Humanity 1 alla ricerca di protezione nelle acque territoriali è una forma di respingimento e quindi è illegale“, si legge in un tweet ricondiviso dall’European Council on Refugees and Exiles.
E mentre il dibattito politico sulla questione migranti continua senza mezzi termini, con anche il Pd pronto ad agire contro il “ritorno da parte del governo Meloni a un utilizzo politico becero e barbaro dei drammi di donne, uomini, bambini inermi“, i drammi in mare non hanno fine.
Le tragedie degli scorsi giorni, con la morte di diversi migranti (bambini compresi), non sono bastate. E non bastano neanche le immagini delle Ong sulle condizioni disperate a bordo (l’ultima quella di Mission Lifeline, che parla di ben 4 persone evacuate per problemi medici).
E anche la Ocean Viking chiede un porto sicuro. “La Ocean Viking è ancora in acqua internazionali con 234 persone in attesa dell’assegnazione di un porto sicuro. Abbiamo iniziato i soccorsi venti giorni fa e abbiamo a bordo tutte persone fragili che fuggono dalla Libia”, ha affermato Francesco Creazzo, portavoce di SOS Méditerranée, al porto di Catania. “Quello che avviene qui è illegale perché viola il diritto internazionale, e non è umano, perché parliamo di vite umane. Se non otterranno l’autorizzazione a sbarcare resteremo in mare, ma qualunque decisione spetta al comando della nave”.
Sulla vicenda ieri è intervenuto Papa Francesco, chiedendo all’Italia di soccorrere i migranti ma anche all’Europa di non lasciare il Paese da solo ad affrontare la questione. Una posizione che tiene conto sia delle difficoltà dell’accoglienza che della necessità, dal punto di vista umano, di soccorrere la gente in mare.
Contro gli “sbarchi selettivi” e a favore di una politica d’accoglienza diversa è anche l’arcivescovo di Catania, Monsignor Luigi Renna, che ieri sera si è recato al porto di Catania. “L’Arcivescovo auspica che il criterio della selezione adottato finora sia rivisto dal legislatore, perché mentre mette in sicurezza alcun fasce di persone più bisognose di cure immediate, esclude chi presto potrebbe giungere all’esasperazione, perché nella fuga dal proprio Paese ha intravisto un barlume di speranza per il proprio futuro”.
“Le esigenze espresse dal Ministero degli Interni, di vedere l’Italia non lasciata sola di fronte al numero ingente di migranti che bussano alle porte dell’Europa è più che giusta, e ha bisogno di soluzioni politiche, soprattutto di un’urgente revisione del Documento di Dublino; ma evidentemente non si può aspettare la conclusione dell’iter di un dibattito politico e legislativo senza nel frattempo mettere in sicurezza l’esistenza di tante persone, create ad immagine di Dio come ciascuno di noi, che non possono vagare per il Mediterraneo o essere respinte, senza cadere nella disperazione o addirittura perdere il dono inestimabile della vita”. Questo è il commento della Diocesi di Catania, espressa in una nota pubblicata su Prospettive.eu.
Fonte immagine: Twitter – Angelo Bonelli