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Di Maio, “Migranti, è ora di insistere con l’Ue su nuovo patto”

ROMA – “La stabilizzazione della Libia e il successo della Conferenza di Berlino restano una priorità assoluta”, ha detto il ministro degli Esteri Luigi Di Maio al Comitato parlamentare di controllo su Schengen nell’ambito dell’indagine conoscitiva sulla “Gestione del fenomeno migratorio nell’area Schengen, con particolare riferimento all’attualità dell’Accordo di Schengen, nonché al controllo e alla prevenzione delle attività transnazionali legate al traffico di migranti e alla tratta di persone”.
“Solo un dialogo politico autentico può garantire una soluzione condivisa e durevole” con il sostegno all’azione dell’Onu e dell’inviato speciale Ghassam Salamè”, ha aggiunto.

“Continueremo a lavorare anche al contrasto del fenomeno migratorio e dei flussi irregolari. Sono in corso trattative per migliorare il memorandum del 2017, un’intesa efficace e utile, che ha ridotto gli sbarchi e i morti in mare. Bisogna migliorarla mantenendola operativa”, ha spiegato il ministro, aggiungendo di aver chiesto alle autorità libiche di lavorare “sul miglioramento delle condizioni dei centri” dove si trovano “2.300 dei 700mila migranti presenti in Libia”.

Di Maio ha poi fatto il punto sul decreto Paesi sicuri, spiegando che ha avuto “un impatto positivo sui flussi migratori” diretti verso l’Italia. “Più di un terzo dei migranti irregolari – ha detto il ministro – proviene da uno dei 13 paesi definiti sicuri. Nel corso del 2019 in Europa sono arrivati 110mila migranti irregolari, il 10% in Italia: da 180mila nel 2016 a 11mila nel 2019, -53% rispetto al 2018”.

Anche la “composizione dei flussi si è modificata nel tempo: nel 2017-2018 la maggior parte proveniva dalla Libia e dalla Tunisia, oggi il maggior numero dei migranti è tunisino, pachistano e ivoriano”.
Nel 2019 sono arrivati in Italia 2.500 tunisini ma ne sono stati rimpatriati 1.500.

Se la rotta del Mediterraneo centrale e quella occidentale verso la Spagna hanno registrato una riduzione, verso la Grecia si sono registrati 65mila arrivi di migranti irregolari +50% rispetto al 2018, questo perché i flussi migratori e le reti dei trafficanti sono adattabili. “Per questo – ha aggiunto – l’approccio non può essere nazionale, ma tutta l’Ue deve cooperare”.

Secondo Di Maio è questo il momento giusto per insistere affinché si raggiunga una nuova intesa sui migranti che vada oltre l’accordo di massima di La Valletta.

“Le nuove istituzioni europee si sono appena insediate, una delle priorità è il nuovo patto su immigrazione e asilo”, ha insistito Di Maio.
“È il momento di incidere su questi processi europei per puntare su solidarietà e responsabilità condivisa. L’accordo di La Valletta è solo un passo iniziale, va implementato, è il momento di insistere a Bruxelles e confermo il mio impegno in questa direzione”.