LAMPEDUSA (AG) – La questione migranti in questa estate 2019 rimane al centro delle cronache.
Il sindaco di Lampedusa, Salvatore Martello, intervistato ieri ha detto: “I migranti che sono sbarcati nelle ultime ore sono 48. Sono ancora sull’isola: stanno bene, sono all’interno dell’hotspot. Io non ci ho parlato, però stanno bene dopo che all’inizio sono stati soccorsi dalle ambulanze perché alcuni stavano molto male. Comunque, non ci si sta capendo più niente perché i media e il governo parlano solo delle Ong e non parlano dei continui sbarchi minori. Il fenomeno continua a esistere e non è cambiato nulla. Voglio precisare che il decreto Sicurezza bis approvato di recente non è assolutamente un deterrente contro gli sbarchi. Anzi, l’unico problema che creerà riguarda i pescatori che rischieranno in caso di soccorso, fino all’arresto. Non c’entrano niente, le Ong, c’entra chi opera a mare”.
Poi in merito alla proposta di dare la cittadinanza onoraria di Lampedusa alla capitana Carola Rackete, il sindaco Salvatore Martello ha detto: “La proposta va avanzata al consiglio comunale e non ne abbiamo uno in programma da convocare a breve. Comunque, a me non piace fare la speculazione sia da un lato che dall’altro. Secondo me va bene così: l’importante è che sul piano mentale, ideale, personale, si ragioni come ragionano i pescatori”.
Ma, Lampedusa sta perdendo turisti a causa degli sbarchi di migranti? “Nessun problema – ha risposto il sindaco Salvatore Martello – ne abbiamo avuti solo per ciò che viene detto dai mass media. Perché tutti pensano che noi li andiamo a prendere i migranti e li portiamo all’interno di Lampedusa, noi apriremmo e chiuderemmo il porto. Nessuno si rende conto che il porto è aperto e le barche che entrano, entrano da sole. E quando arrivano, c’è un sistema sull’accoglienza in vigore da diversi anni. Quindi, nessun turista vede niente. Tutta questa speculazione è ideologica. I migranti non stanno creando problemi perché non c’è emergenza. Le emergenze vere e proprie qui le abbiamo avute soltanto nel 2009 e nel 2011, cioè prima e dopo la Primavera Araba. Purtroppo in Italia siamo abituati a chiamare emergenza anche cose che non la rappresentano”.