Cronaca

Migranti, Lampedusa, un altro viaggio-strage

C’è da pensare che se il barcone di migranti giunto oggi a Lampedusa fosse stato soccorso in mare da una nave delle tanto criminalizzate Ong le numerose morti segnalate da testimoni sull’imbarcazione non ci sarebbero state.

Quando è giunto sull’Isola dell’Agrigentino il barcone aveva a bordo 48 persone ed era uno dei tanti sbarchi fantasma che il Viminale continua a non segnalare cercando di nascondere l’evidenza che, Ong o meno, così come dichiarato anche dal sindaco Lampedusano Totò Martello, sulle coste italiane sono sbarcate dall’inizio dell’anno diverse migliaia di persone e settecento soltanto a giugno.

Il che dimostra che quella del governo e in particolare del capo della Lega Nord e ministro dell’Interno Matteo Salvini contro le Ong – considerati i numeri dei salvataggi, osteggiati in ogni modo per fingere una “battaglia” contro la cattiva Europa – è soltanto propaganda sulla pella di esseri umani.

Ma stavolta c’è di più e di peggio: Mediterranean Hope, il programma per rifugiati e migranti della Federazione delle Chiese evangeliche, ha ascoltato le testimonianze di queste povere persone che hanno viaggiato per due giorni nel Mediterraneo dopo essere scappati dalla Libia, senza incontrare – o forse con il timore di essere soccorsi visto come stanno andando le cose – nessuna nave di Organizzazioni non governative.

Tra i 48 migranti c’erano 27 donne, tre delle quali incinte, e sei minori.

Molte delle persone sopravvissute erano gravemente disidratate mentre altre avevano seri problemi respiratori per aver inalato i fumi di scarico del motore.

I medici hanno somministrato ai più gravi flebo e ossigeno.

Alcuni dei migranti hanno raccontato in lacrime che, durante il viaggio un numero imprecisato di persone, allo stremo delle forze perché aggrappate alla meno peggio al barcone,è caduto in mare, annegando.

Tra loro, hanno riferito i testimoni a Mediterranean Hope, c’erano anche un ragazzo di trent’anni e un neonato di appena cinque mesi.

Ci sarebbe da chiedersi a chi vadano attribuite, a livello morale, se non ancora a livello penale, queste morti.

“Ci stringiamo ai sopravvissuti e chiediamo immediatamente lo sbarco delle 121 persone ancora a bordo di Open Arms” hanno scritto su Twitter i rappresentanti di Mediterranean Hope.