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Oxfam, crollano gli aiuti dell’Italia ai Paesi poveri

ROMA – Crolla l’aiuto italiano ai paesi poveri. Gli ultimi dati Ocse mostrano infatti come nel 2018 ci si è fermati ad un misero 0,24% del nostro reddito nazionale lordo, segnando un meno 21,3% rispetto al 2017, pari a oltre 860 milioni di euro. Al contrario il Governo, l’ultima volta a metà maggio per bocca del vice-premier Luigi di Maio ad Exco (l’Expo della cooperazione allo sviluppo), ha dichiarato che l’Italia confermerà il rispetto dell’impegno dello stanziamento dello 0,30% in rapporto al reddito nazionale lordo (rnl) entro il 2020.

Un traguardo che, seguendo l’attuale trend di precipitosa discesa, sembra assai difficile, se non impossibile, da raggiungere. È l’allarme lanciato ieri in nuovo rapporto da Oxfam e Openpolis.

“Si tratta di un quadro molto preoccupante che sta riportando indietro la cooperazione italiana di anni e spinge a rivedere al ribasso le stime per il prossimo futuro. Siamo di fronte ad un calo ancora più drastico, rispetto a quello che noi, come molti osservatori avevamo previsto a gennaio, dopo l’approvazione dell’ultimo Documento di economia e finanza – ha detto Francesco Petrelli, senior policy officer su finanza per lo sviluppo di Oxfam Italia – Dopo anni di aumento costante dal 2012 del volume di aiuto pubblico, nel 2017 l’Italia aveva raggiunto lo stanziamento dello 0.30% in rapporto al nostro reddito nazionale lordo. Ci saremmo quindi aspettati, anche nella peggiore delle ipotesi, un calo assai più ridotto nel 2018. E stando a quanto previsto dal Governo Gentiloni nell’approvazione della legge di bilancio 2018, sarebbero dovuti essere erogati 5,02 miliardi di euro, pari allo 0,28%. Ma i dati Ocse ci raccontano una storia diversa: lo stanziamento italiano in aiuto pubblico l’anno scorso nel nostro paese si è fermato a 4,2 miliardi”.

Il report pone quindi un’importante questione rispetto all’effettivo utilizzo dei fondi destinati al Ministero dell’interno nel 2018 per l`accoglienza migranti (compreso nel computo dell’aps).

Nonostante infatti, il numero degli sbarchi di migranti sulle coste italiane sia drasticamente calato – tornando l’anno scorso sotto i livelli del 2012, un trend generale confermato anche per il 2019 – gli stanziamenti al Ministero degli Interni per l’accoglienza nel 2018 sono rimasti alti, senza che per questo i fondi fossero riallocati, ad esempio, ad aiuti alla cooperazione allo sviluppo nei Paesi poveri e di origine dei flussi. Né tantomeno ad un miglioramento dell’accoglienza sul nostro territorio, visti i recenti tagli al sistema di accoglienza, che stanno aumentando “l’insicurezza” per migliaia di richiedenti asilo vulnerabili, fuggiti nel nostro Paese, per trovare scampo a guerre, persecuzioni e miseria, oltre a costare migliaia di posti di lavoro, soprattutto per i tanti giovani impegnati nell’accoglienza.

La riduzione degli arrivi di richiedenti asilo in Italia, poteva paradossalmente rappresentare, un’occasione per aumentare i fondi destinati bilateralmente ai paesi più poveri, come più volte dichiarato dal Governo. Tutto ciò però non è accaduto. Al contrario nel 2018 il nostro Paese ha ridotto del 22% i fondi destinati ai Paesi meno sviluppati (Lcds) rispetto al 2017 e di ben 35,5% gli aiuti ai paesi dell’Africa subsahariana.