“Le navi del soccorso civile, gestite da Ong come SOS Méditerranée, stanno compensando la grave assenza degli Stati europei nel Mediterraneo centrale”.
A dirlo è la stessa Ong Sos Méditerranée, in una nota che annuncia l’arrivo della Ocean Viking a Tolone, in Francia. Come è risaputo, l’imbarcazione – che ha soccorso 230 persone in diverse operazioni tra il 22 e il 26 ottobre – non ha ottenuto l’autorizzazione allo sbarco in Italia. Adesso è diretta verso la Francia, che – pur ribadendo la contrarietà alla politica italiana degli “sbarchi selettivi” – ha offerto un porto sicuro ai naufraghi.
Nella nota di SOS Méditerranée si spiega che la nave Ocean Viking “è in navigazione”, ma “considerate le previsioni meteo incerte, la nostra nave prevede di arrivare nel porto di Tolone nella tarda mattinata di venerdì”.
Nel frattempo, il personale della Ong ammette di aver accolto la notizia del “sì” di Tolone con “un misto di sollievo e rabbia“. Sollievo perché i migranti a bordo avranno finalmente un porto sicuro, rabbia perché il “no” dell’Italia ha allungato il dramma dei 230 sopravvissuti soccorsi dai volontari. I problemi non mancano durante il viaggio: i medici di bordo hanno evacuato 3 persone in condizioni critiche e un familiare, questa mattina. Riceveranno le cure necessarie all’ospedale di Bastia, in Corsica.
“Siamo estremamente sollevati dal fatto che alla nostra nave sia stato assegnato un Porto (Sicuro) in Francia, la situazione a bordo si stava facendo sempre più critica. Ma questa soluzione ha un sapore amaro: i 230 bambini, donne e uomini a bordo della Ocean Viking hanno affrontato un vero e proprio calvario e sono esausti, così come i membri del nostro equipaggio. Sbarcare a distanza di quasi tre settimane dalla prima operazione di soccorso, e in un porto così lontano dall’area di intervento nel Mediterraneo centrale, è il risultato di un drammatico fallimento di tutti gli Stati europei, che hanno violato senza giustificazione alcuna il diritto marittimo”, afferma Alessandro Porro, presidente e soccorritore SOS Méditerranée Italia.
“Le navi del soccorso civile, gestite da Ong come SOS Méditerranée, stanno compensando la grave assenza degli Stati europei nel Mediterraneo centrale”.
E ancora una volta, nell’ambito di un dibattito inasprito dai casi Geo Barents e Humanity 1 a Catania, si richiede un intervento per garantire il rispetto della dignità dei migranti nel Mediterraneo e al contempo un sistema di accoglienza efficiente. “La strumentalizzazione politica dell’obbligo del soccorso in mare, a cui abbiamo assistito nelle ultime settimane, è inaccettabile: è una cinica rinuncia a un imperativo giuridico, morale e universale. Chiediamo con urgenza agli Stati membri dell’UE e agli Stati associati, insieme alla Commissione europea, di stabilire finalmente un meccanismo di sbarco prevedibile dei sopravvissuti, che tuteli la loro sicurezza e il rispetto dei diritti umani fondamentali”.