Gli ispettori nominati dalla Procura di Agrigento, nella relazione presentata a conclusione delle verifiche di ieri a bordo di Open Arms, parlano di un “quadro meno drammatico” di quanto veniva ipotizzato, anche se, sottolineano, la situazione a bordo è molto critica.
Adesso la Procura di Agrigento sta valutando quanto è emerso dall’ispezione sulle condizioni igienico-sanitarie nella nave dove si trovano 107 naufraghi.
I migranti sono ammassati sul ponte dell’imbarcazione, dormono per terra senza alcun materassino, si coprono con lenzuoli e tovaglie, e secondo la Ong sono psicologicamente stremati.
Secondo una relazione di qualche giorno fa dei medici del Cisom ci sarebbero casi di scabbia.
Il direttore sanitario dell’Ospedale evangelico internazionale di Genova, Gaddo Flego, insieme a Francesco Piobbichi, senior operator di Mediterranean Hope – il Programma Rifugiati e migranti della Federazione delle chiese evangeliche in Italia – è salito sulla Open Arms, ormeggiata al largo di Lampedusa con ancora 131 profughi a bordo.
Insieme hanno collaborato a imbarcare cibo e generi di prima necessità, ma ovviamente è stata l’occasione per prendere atto di persona della situazione.
“Il ponte della nave è affollato di gente – ha dichiarato il dottor Flego – ed è diviso in due aree, una riservata agli uomini, dove gli spazi sono minimi, e l’altra per le donne. Le condizioni igieniche sono al limite. Parlando con il medico, l’infermiera di bordo, con lo psicologo di Emergency e con i mediatori linguistico-culturali, tutti mi hanno confermato che, nonostante i casi più gravi siano stati evacuati, permane una situazione generalizzata di sofferenza sia fisica ma soprattutto psicologica che si traduce in una continua richiesta di supporto medico”.
“La situazione è di estrema variabilità – aggiunge il dottor Flego – e ci sono momenti in cui il disagio esplode prepotente in attacchi di panico, pianti irrefrenabili e disperazione”.
Insieme agli attivisti del Forum Lampedusa Solidale, gli operatori di Mediterranean Hope da oltre una settimana dormono nel sagrato della chiesa dell’isola, avvolti in coperte termiche, per denunciare “la gravità della situazione dei profughi ancora imbarcati e per esprimere loro solidarietà”.
Salendo a bordo, Francesco Piobbichi – noto anche come ‘disegnatore sociale’ e che con la Claudiana ha pubblicato tre volumi sulla situazione dei migranti – ha portato e distribuito delle matite colorate e dei fogli d’album.
“È stato il mio piccolo contributo a sdrammatizzare la tensione – spiega – e a portare un po’ di colore e fantasia in una situazione drammatica e surreale. E per un attimo ho visto accendersi qualche sorriso”.
“Al di là delle considerazioni professionali – conclude Flego – salendo sulla Open Arms ho vissuto un’esperienza di forte impatto emotivo, impressionato sia dalle storie delle persone salvate che dalla capacità dell’equipaggio di garantire una certa serenità e di infondere, per quanto possibile, forza e speranza a persone provate e stremate”.