Scienza e Tecnologia

“Mini scosse” non invasive per l’allenamento oculare

ROMA – Più ci si esercita, meglio si impara a suonare. Lo stesso vale per la vista: con la pratica, si può imparare a vedere meglio. E questo anche nel caso di pazienti che hanno subito una perdita della vista per un trauma o un ictus. Il problema è che l’apprendimento spesso richiede molto allenamento, e dunque tempo. Ma cosa succede se il processo può essere accelerato?

A scoprire un sistema hi-tech e indolore per accelerare i risultati è un team internazionale di cui fa parte la scienziata italiana Lorella Battelli dell’Istituto italiano di tecnologia (Iit), assistente alla Harvard Medical School, ed è primo autore Florian Herpich, giovane ricercatore dell’Iit. Il team ha scommesso sulla stimolazione cerebrale, scoprendo che un particolare tipo di “mini-scosse” non invasive influenza la percezione e la memoria visiva in soggetti sani e con danno cerebrale.

I risultati, pubblicati sul Journal of Neuroscience, potrebbero aprire la strada a una serie di tecniche per migliorare le capacità di apprendimento, ma anche per favorire il recupero della vista in chi ha subito un trauma o un ictus. L’apprendimento è difficile e spesso richiede molto tempo, spiegano Duje Tadin e Krystel Huxlin dell’University of Rochester, “perché dopo la prima infanzia il nostro cervello diventa meno plastico”. La capacità del cervello di cambiare e riorganizzarsi diminuisce man mano che una persona invecchia, quindi imparare nuovi compiti o riapprenderli dopo aver subito una lesione cerebrale diventa più difficile.