C’è molto da fare. Il sud per noi è una occasione, una occasione mancata per troppi anni e dunque gli investimenti di questo governo saranno tutti utilizzati per renderlo competitivo. Il sud non è una zavorra ma una opportunità che l’Italia deve saper cogliere ovviamente insieme alle amministrazioni locali e regionali di questi territori”.
Lo afferma il ministro dell’Agricoltura, Francesco Lollobrigida, parlando con i giornalisti a Catania dove partecipa alla tre giorni della Festa del Tricolore.
“Non voglio rispondere a polemiche, io parlo con tanti imprenditori, proprio poco fa ho parlato con alcuni rappresentanti del mondo dell’agricoltura. In questa regione gli industriali devono investire sempre di più, mentre il mondo agricolo è un tessuto particolarmente presente. Preferisco occuparmi, invece, dei giudizi positivi sulla manovra che hanno dato le persone che lavorano”.
“Ci sono interventi per l’agricoltura che ribadiscono tutti quelli che pro tempore erano stati inseriti nell’anno passato, più di un miliardo. C’è un miliardo per aiutare i deboli. Se si fa una casistica dell’Isee in Italia si noterà che l’intervento andrà a gravare in quelle zone della nazione più in difficoltà in termini di reddito”.
“Ci saranno fondi per lo sviluppo – aggiunge- per sostenere le filiere che ci hanno visto carenti. Ci sono una serie di interventi che sostengono le famiglie come il quoziente familiare – conclude- che verso il sud vede un discreto potenziale in termini attivi rispetto alle risorse disponibili”.
“In questi giorni si parla tanto di reddito di cittadinanza. Ho sentito qualcuno dire in tv: ‘Se ci tolgono il reddito di cittadinanza andrò a rubare’. Sapete quanti posti di lavoro vengono chiesti dalle organizzazioni del mondo agricolo? Duecentomila richieste. Si dice di prenderli fuori dall’Italia. Ma perché, gli offrite lavori da schiavi che possono essere portati solo da fuori o li possiamo offrire anche agli italiani? Prima di andare a rubare quelli che oggi prendono il reddito di cittadinanza non possono pensare di andare a occupare questi spazi nel mondo del lavoro, del turismo, dell’edilizia? Come hanno fatto i loro nonni”. “Poi c’è una parte del reddito di cittadinanza che va dato ai deboli, che non solo rimane ma va rafforzato. Ma non si da un privilegio a chi ha la possibilità di lavorare e non vuole farlo”.